di Tonino Atella

Estate, tempo di vacanze, mare, montagna, riposo, tempo libero, svago e dolce far niente per tanti. Ma c’è anche chi, nonostante il periodo, propone temi sociali di massima attualità come emigrazione e lavoro. Tra questi è da segnalare il venafrano Mario Matteo, docente in pensione che ama coltivare tematiche quanto mai significative come immigrazione e reinserimento. Lo fa nella propria lirica “Figlio d’emigrante”, versi di pieno interesse sociale che di seguito ospitiamo :

“Son figlio di emigrante, visito luoghi cari a chi un po’ tremante cercava sbocchi vari alla sua magra vita. Valigia di cartone ma animate dita trovò la soluzione. Da bravo contadino faceva il muratore, pensando al paesino sognò sorte migliore. Auguro a tutti quanti ciò che ci è capitato. Spero che siano in tanti vederlo realizzato. Mi trovo su un balcone a fare il turista : grande soddisfazione per chi non l’ha prevista. Uguale è l’orizzonte sereno e nuvoloso. Colpisce lo spiovente che è molto scivoloso. Son simili i colori di fiori, piante e vesti. Lo sono meno i rumori : sembrano più agresti. Gli stessi sono i versi di uccelli e animali, ma son pure diversi le voci e i commensali. Dei gusti non parliamo, nemmeno di tradizioni ma non ci confondiamo : valgon le relazioni. Da soli o in compagnia lasciaste il paese in cerca di una via per un tranquillo mese. Prima più numerosi ora più defilati, ma ben più animosi vi siete associati. Precisi e ordinati fate il vostro lavoro vi siete bene integrati vivete con decoro. Con molta discrezione rispetto e dignità in ogni vostra azione or valete in società. Ancor ben mascherati soffrono i sentimenti, che sono conservati seppur tra denti stretti. Tante altre lingue ancora avete imparato ed io vi vedo ora basi di un grande Stato. Dai diversi declivi guardate alla Nazione : tanti sono i motivi per questa grande unione ! Speriam che prima o poi questo si possa fare non spetta solo a noi poterlo realizzare. Non bastan le parole ci vogliono pure i fatti : chi ci governa vuole il rispetto dei patti ? Siate sempre orgogliosi pur in terra straniera sereni e fiduciosi : verrà la primavera. I sacrifici vostri verranno ripagati, i desideri nostri saranno realizzati. Vi lascio, cari amici, solo fisicamente. Siate sempre felici, vi porto in cuore e in mente”.