Una moderna storia d’amore

di Pietro Tonti

Arrivai come un Troll nella tua vita definendoti eufemisticamente “boteriana”. Ti taggai nella mia anima, nonostante il peso specifico dei pensieri su di te fossero ben oltre la media. Si, lo avevi intuito, ero fissato per quei case sinuosi, ma non volevi bannarmi. Avresti fatto di tutto pur di dare un senso a quello che stava accadendo, sapevi che in fondo ero niubbo in amore e contavi su questo per far colpo su di me.
Mi parlavi della tua vita dei click e dei like, dei noob e dei lol; 24 ore al giorno tra la tua motherboard e un router. Eri scampata al Millennium bug, non eri più giovanissima, ma avevi quel qwerty che ti affascina.

Ero così confuso tra il selfie del primo incontro, ove nemmeno il grandangolo era riuscito completamente ad inquadrarci insieme;  quella necessità di attivare il mio firewall per proteggermi dalla tua irruenza.
Fu comunque interesse reciproco a prima vista, lo percepivo dalla mia ram, il bios era tutto un tumulto. Temevo comunque la tua navigazione nella quotidianità, attivando il kernel ci saremmo intesi alla grande, ma non fu così.

Nonostante il bluetooth sempre acceso, non ero soddisfatto dei nostri tweet, temevo che nonostante la tua mole potessi tradirmi. Non conoscevo nel profondo la tua CPU e per me era un tormento continuo.

Ero sempre attivo per carpire dai tuoi driver se volevi solo me, oppure giocavi in dual boot e l’altro ignoravo chi fosse. Eri così aperta ed espansiva che qualcuno facilmente avrebbe potuto avviare il jailbreak e carpirti attenzioni nel profondo.
Per stare calmo avevo attivavo il microcontroller, ma chi avrebbe sopportato il tuo grande case, da poter innamorarsi?

Era una gelosia infondata o forse no? Con l’open source, potevo aspettarmi di tutto, mentre il mio codec mi convinceva che saresti stata solo e solamente mia.
Mi trovai così ad esternare con te le mie perplessità sul nostro rapporto che mi apristi falsamente il link del tuo cuore e capii immediatamente che eri tu il mio .avi.

Volevo in quel momento attivare il mio SEO, condividere con BitTorrent le mie emozioni e farne partecipe la rete. Tu mi bloccasti dicendo: <<se ti ho fatto accedere al mio hotspot, sappi che stavo utilizzando un Server Proxy falsificando l’indirizzo IP, per cui non ti amo, non è scoccata la scintilla, per me non sei Unix>>.

In un attimo tornai al Dos di un tempo. Sul mio desktop crollarono tutti i driver, andai in crash, per poi far appello ai bitrate che mi ricordavano te e la nostra storia. Il mio account era saltato. In quale codec avevo sbagliato?

Nei giorni successivi mi ammalai, fui costretto ad un antivirus, salvai così il mio bios, ma ero tormentato in modalità provvisoria. L’hard disk era pieno di te, non accettavo che la storia finisse così. Non potevo trascinarti con un drag e drop di nuovo nella mia vita, non per la tua mole, si intende, non volevo perdere la memoria della nostra storia. Non riuscivo ad immaginarti in un’altra newsgroup, in altre newsletter.

Ti incontrai per caso dopo mesi, stentai a riconoscerti, tu eri diventata palmare, avevi un nuovo hardware, ed eri cambiata grazie ad una dieta miracolosa, io laptop avevo i pixel che brillavano. Ti chiesi se c’era un altro nella tua vita e tu sfoggiando il miglior jpg di sempre: si è lui!
Stavo morendo, per poco non mandai in blocco l’ISDN: con Linux no, con lui no!