“L’art. 1 della Legge 107/2015 denominata “Buona Scuola”, prevede tra le altre ragioni, l’affermazione del ruolo centrale della Scuola nella societa’ della conoscenza per innalzare i livelli di istruzione e le competenze degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, garantendo il diritto allo studio e le pari opportunita’ di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini.
Il tutto in una piena autonomia delle istituzioni scolastiche in un processo di riorganizzazione dell’intero sistema dell’Istruzione. Per questo nel 2015, il Governo Renzi ha emanato una Legge che, attraverso una serie di interventi, tra cui il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, avrebbe indivuato il fabbisogno di posti dell’organico, in funzione proprio dell’autonomia che si intende realizzare.
Se si analizzano le tabelle ministeriali relative all’organico previsto per l’Anno Scolastico 2017/2018, ci si rende conto dei tagli che sono stati previsti e questi non sono comprensibili se si guardano i criteri tecnici adottati per giustificare tale scelta. Tale piano, inoltre, ha portato alcune decine di migliaia di docenti, ad essere titolari di cattedra a centinaia di chilometri di distanza dalla propria residenza, determinando difficoltà oggettive, economiche e anche sociali che detto personale è costretto a subire, oltre al depauperamento delle risorse intellettuali necessarie alla Scuola molisana, dato che questi insegnanti, ben conoscono le realtà e le esigenze del territorio in cui sono vissuti.
Inoltre, per l’Anno Scolastico 2017/2018, il MIUR ha annunciato tagli all’organico di cattedre in deroga sul sostegno, ovvero di quei docenti specializzati per le attività didattiche, rivolte a alunni portatori di handicap: ne verranno stabilizzati soltanto 3 mila a fronte dei 15mila presenti nell’Anno Scolastico appena trascorso. Ciò configura, anche per la nostra regione, il fatto che gli alunni disabili aventi diritto all’insegnante specializzato di ruolo, non si vedranno garantita tale presenza dato che, la quasi totalità di questi docenti nella nostra Regione, sono titolari in province del Nord Italia.
Qualcuno sta definendo tale situazione una emergenza sociale per le famiglie del Sud Italia e quindi, anche per quelle molisane. La Regione può rendersi parte attiva in un confronto istituzionale con la categoria dei docenti molisani, affinchè si faccia promotrice di iniziative utili a risolvere, o perlomeno a limitare i danni derivanti da queste scelte.
Cercando di interpretare il disagio ho avvertito l’esigenza di intervenire attraverso una interrogazione consiliare, diretta al Governatore Frattura, proprio per chiedere qual è la posizione del Molise in merito a tale sistuazione, alla luce di un invito che la Regione Abruzzo, ha rivolto ai Governatori del Sud Italia (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), di intervenire per tempo, possibilmente sommando le forze, nei confronti del Ministero, affinchè i tagli annunciati non siano confermati, in maniera da garantire i modelli organizzativi e di orari, attualmente esistenti”.