Infanzia in guerra e diritti negati, la Garante fa il punto presso l’istituto scolastico comprensivo di San Martino in Pensilis in occasione della ricorrenza dell’8 marzo

“Quest’anno la ricorrenza della Giornata internazionale della donna sarà occasione per discutere di guerra e di diritti negati. Non solo per le donne, ma anche e soprattutto per i bambini e gli adolescenti che vivono nei contesti in cui sono presenti conflitti armati. Una tematica quanto mai attuale, alla luce della recente situazione che ha coinvolto Ucraina e Russia”. La Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, approfondirà questi complessi e delicati aspetti nel corso dell’evento organizzato dall’Istituto scolastico comprensivo di San Martino in Pensilis in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo. Un appuntamento che la dirigente scolastica, Immacolata Lamanna, ha voluto promuovere per favorire tra gli studenti la cultura dei diritti, coinvolgendo in prima persona gli stessi alunni, che leggeranno alcune lettere scritte dalla senatrice Liliana Segre. Oltre all’intervento del Garante, sono previsti un intermezzo musicale a cura delle studentesse della classe di pianoforte dell’I.C. “J. Dewey”, la premiazione del concorso letterario interno “Un viaggio nella memoria” e le conclusioni della dirigente scolastica Lamanna.

“Un’iniziativa – commenta la Garante – di assoluta rilevanza, alla quale ho aderito con convinzione non appena sono stata contatta dalla Dirigente scolastica. Mai come in questo momento, ritengo fondamentale mantenere alta l’attenzione su cosa significhi la guerra per i minori. I conflitti hanno conseguenza drammatiche su tutta la popolazione, ma per i ragazzi ed i bambini sono assolutamente devastanti”.

Ai bambini, prosegue Leontina Lanciano, “viene dapprima sottratta la quotidianità, la serenità che l’infanzia porta con sé. La sicurezza dell’ambiente familiare, gli affetti, la scuola sono le prime perdite che questi minori si trovano ad affrontare, insieme alla privazione dell’innocenza e anche della dignità personale. E restano coinvolti in uno scenario di disperazione al quale non è possibile sottrarsi. Sono costretti ad assistere a scene di violenza, vengono separati dalle famiglie, restano feriti”.

Non solo. “Purtroppo, in tali circostanze, i minori non possono godere di alcun tipo di protezione, ed i loro diritti vengono completamente a cadere. Alcuni di loro diventano vittime di abusi e sfruttamento, altri vengono trasformati in bambini soldato, altri ancora restano gravemente feriti dalle mine e dagli ordigni”.

Naturalmente, rimarca la Garante, “a tutto ciò va aggiunto un aspetto forse ancora più grave. I minori che sopravvivono a una guerra, infatti, riportano pesanti conseguenze sul piano piscologico. La fame, la malnutrizione, la violenza, la perdita dei familiari lasciano cicatrici indelebili che innescano disturbi severi quali paura, ansia, mancanza di prospettive. Per molti di loro tornare ad una vita normale, terminata la guerra, diventa impossibile per la difficoltà ad integrarsi nella comunità”.

Proprio per questi motivi, spiega l’organismo regionale di garanzia, “è fondamentale mantenere alta l’attenzione su questi temi, affinché non vengano avvertiti come problematiche distanti dalla propria realtà. Un’infanzia violata nei suoi diritti è un danno che non riguarda solo chi vive direttamente queste situazioni, ma che si ripercuote su tutti. Perché compromette il benessere ed il futuro dell’intera collettività”.