di Pietro Tonti

Il masochismo del Governo italiano non ha limiti e lo si esplica in tutti i modi possibili per ridurre la nostra economia sul lastrico, come se due anni di pandemia non fossero bastati a impoverire milioni di persone e gli aumenti di gas, luce e petrolio siano un lontano ricordo.

Le sanzioni che il Governo italiano ha adottato contro la Russia di Putin, sono paragonabili alla decisione di quel  marito che per far dispetto alla moglie si evira. In questo caso l’evirazione progressiva è inferta a quelle migliaia di persone che gravitano sull’economia Russa in Italia, dei cosiddetti oligarchi che nel nostro bel paese investono da anni e offrono lavoro a migliaia di persone in tanti settori, tra cui non ultimo quello dell’ospitalità.

I sequestri di questi giorni di ville faraoniche e di yacht sottratti ad alcuni magnati è solo la punta dell’iceberg di un’economia vasta basata sui ricchissimi russi in Italia, la quale rischia di continuare ad affossare famiglie e imprese, ma non solo. A dimostrazione che l’Italia è lo zerbino di un’Europa a cui riusciamo solo a lustrare le scarpe ecco che si riesce a verificare il numero di sanzioni messe su contro Putin e ci rendiamo conto che l’autolesionismo del governo Draghi e dei suoi sostenitori nei confronti degli italiani non ha limiti e uguali nella storia moderna.

L’Italia ha adottato ben 490 interventi contro la Russia, la Svizzera 371, il Canada 417, l’Austria 403 e l’Inghilterra solo 16. “Credo che tutti sappiano come il Regno Unito sia la residenza di molti oligarchi Russi, come la stessa nostra nazione, o giochiamo la stessa partita o sarà difficile giustificare alle nostre imprese che in Russia investono 11 miliardi di euro che devono accettare questo pacchetto di sanzioni quando qualcun altro non gioca la stessa partita”. A sottolineare questa grande fregatura per l’impresa Italia è Carlo Bonomi presidente di Confindustria.

Le sanzioni messe in campo dall’occidente, sono pesantissime, hanno escluso il tema energetico, tema delicato per tutti, ma le sanzioni rischiano di essere un boomerang, determinando una incongruenza. Noi abbiamo bloccato gli stock di riserve della banca centrale russa, ma non il flusso. Per questo a maggior ragione, dobbiamo modificare il nostro mix energetico, conclude Bonomi.

Quindi tra strategie sanzionatorie, energie alle stelle e perdita di posti di lavoro, l’Italia di Draghi e la subalterna politica senziente, conduce imprese e famiglie a raschiare il barile ancora una volta e quando il mainstream parla di pil in crescita in Italia, possiamo solo farci una fragorosa risata.