Le cose non vanno, mancano pane, giustizia, lavoro, tranquillità e tant’altro, ed il cittadino abbondantemente deluso ed esasperato “grida” ai quattro venti tutta la sua rabbia perché finalmente la situazione cambi ! Come lo si fa ? In tanti modi ! Anche in versi, come nel caso del prof. Giacomo Gargano di Venafro, già docente di italiano, latino e greco al liceo classico “Giordano” della città ed oggi Direttore Onorario della locale “Biblioteca Comunale De Bellis/Pilla/Morra” dopo aver seduto decenni addietro tra gli scanni consiliari quale assessore comunale.

Il nostro, col “pallino” del verso poetico per raccontare di tutto e di più, ha appena firmato “ All’Italia “, lirica di sette quartine a rima alternata, che è una impietosa ma assolutamente veritiera fotografia del momento “no” della Penisola, affossata da una classe politica nient’affatto all’altezza delle aspettative e per il cui riscatto -a detta del poeta venafrano- occorre l’azione, o meglio il voto deciso dell’elettore italiano cui spetta “l’onor di risalire la china”, come si legge nei versi conclusivi di “All’Italia”.

Di seguito la lirica del prof. venafrano,esatto quadro in versi del delicato momento nazionale :

“ Son indignato e pure stupefatto/ nel constatare ogni dì crescente/ la spavalda baldanza che di fatto/ i politici dimostran con la gente. / Son tutti protesi a quegli scranni/ ove seder agognano sicuri/ al fin d’eliminare i tanti danni/ da altri procurati, malsicuri./ Il popol grida, si lamenta, urla,/ pane, giustizia chiede e lavoro/ per loro conceder tanto è una burla,/ ma tengon sol la condizione d’oro./ Bella Italia, madre del Diritto,/ quando scrollar di dosso queste some/ intendi e deporre il viso afflitto/ rendendo il tuo fare una gnome ?/ Ricorda quanto il magistrato ha detto :/ “di vergognarsi han perso la vergogna”,/ apprestati a votar con affetto/ chi non ti vuole succube alla gogna./ A te spetta di rendere migliore/ la vita tua segnando sul registro/ in rosse note quel marchiano errore/ commesso “più migliore” dal Ministro./ A te l’onor di risalir la china,/ a te l’impegno a ritrovar con cura/ il modo per tornare alla Dottrina/ e “spander largo fiume” di cultura “.

 

Versi che fotografano la contrarietà popolare degli italiani ed invitano ad un assoluto senso di responsabilità una volta entrati nella prossima cabina elettorale.

 

Tonino Atella