di Pietro Tonti
Siamo oramai avvezzi ad osservare serrande chiuse delle principali attività commerciali che fino a qualche anno fa erano fiorenti, animavano i nostri corsi principali e davano fiducia nel futuro di chi voleva restare in questa terra.
Oggi  il mestiere del commerciante è uno dei più tartassati dal Governo. Tasse, pensione da fame e scarsi affari per l’avvento dei cinesi e delle vendite on – line dei colossi quali Amazon, hanno ridotto al lumicino la speranza di sopravvivenza di qualsiasi commercio al dettaglio.
Illuminanti e veritiere le considerazioni di un vecchio commerciante, il quale traccia un quadro fosco della situazione attuale in Italia, non solo nel nostro arretrato Molise: buona lettura.
IL COMMERCIANTE (pubblicato da BELLOTTI SRL)
Il commerciante è un lavoratore che non chiede niente a nessuno.
Impegna i propri capitali, il proprio tempo, rischia in proprio, non chiede uno stipendio , né indennità per malattia, o maternità, o ferie quando resta chiuso, nessuno gli paga le giornate perse .
Ha pensioni da fame, non perché non versi contributi, anzi , versa pure più di un dipendente statale, ma per l’INPS ci sono categorie diverse. Quelle dei commercianti e artigiani sono le ultime, da girone dei dannati, pertanto le pensioni erogate seppur a fronte di versamenti elevati, sono irrisorie .
Il signor Bersani anni fa ci ha pure tolto il nostro “TFR” costringendoci ,quando cessiamo l’attività a dare indietro la nostra licenza ,mentre una volta a fine attività potevamo rivenderla.
Il commerciante mantiene i quartieri vivi, i marciapiedi puliti, le zone presidiate, la città più sicura. Quando i negozi chiudono subentra il degrado.
Il commerciante svolge una funzione sociale, in paesini o quartieri lontani dal centro chi ha difficoltà a muoversi come gli anziani, ha la possibilità di avere almeno i generi di prima necessità grazie al negozietto di quartiere.
Per anni la politica ha accusato il piccolo commercio di provocare l’evasione in Italia. “Lo scontrino” tuonavano al barista per il caffè da 0.80 centesimi, quando in realtà con gli studi di settore(rivisti comunque al rialzo) si sa benissimo quanto uno guadagni.
E intanto c’era qualche supermercato che evadeva 300 milioni di Iva. Nessuno si chiede mai chi ci sia dietro alla GDO o alle grandi catene di distribuzione, che agevolazioni abbiano e di quanto sia per loro facile evadere e riciclare.
I misuratori fiscali per i commercianti in realtà erano stati introdotti dal ministro Visentin negli anni ’80 per salvare l’Olivetti dal fallimento: chiunque avesse un’attività fu costretto a comprare i misuratori fiscali , e l’Olivetti per il momento allora non fallì(lo fece dopo).
Oggi riaccade: ci impongono di cambiare entro l’anno il misuratore fiscale(spesa circa 1000€ iniziali, più spesa di scheda con connessione a internet ) anche se ha ancora molti anni di attività,o se addirittura è nuovo(conosco negozianti che lo hanno appena cambiato e chiudono perchè ora sono costretti a gettare via il nuovo e pagare per prenderne l’ altro imposto con connessione internet) . Ci hanno imposto la fatturazione elettronica , una roba idiota e fallimentare, che ci fa perdere solo tempo , e chi ha un’attività in proprio, tempo da perdere non ne ha.
Le banche ci fanno pagare costi assurdi per i Pos e per ogni singola transazione con bancomat o peggio carta di credito.
Fra tasse ,assicurazioni, oneri diretti e indiretti, balzelli vari , ci viene richiesto il 70% di quello che guadagnamo (ricordo senza chiedere niente a nessuno,capitali e rischio tutto nostro).
A tutto ciò si aggiunge la concorrenza sleale di Amazon e cinesi che non pagano tasse e fanno dunque prezzi bassi .
Quindi non c’è da stupirsi se le città diverranno sempre piú grigie a causa delle tante serrande abbassate.