di Pietro Tonti

Nelle prossime 48 ore, dovrebbe essere ben delineato il quadro delle candidature sindacali a Isernia, in vista delle comunali di inizio ottobre.

Mentre il centro sinistra ha scelto il giovane Ingegnere Piero Castrataro, le riserve per il centro destra sono frantumate in diversi rivoli e ancora non trovano sintesi, manifestandosi in spaccature difficili da riempire.

Oramai il dado è tratto per la candidatura di Cosmo Tedeschi alla massima poltrona; con Roberto di Pasquale e la new entry Oreste Scurti può contare anche sull’elettorato di Fratelli D’Italia, quella parte legata a Michele Iorio che ha scaricato bruscamente e senza appello il sindaco Giacomo D’Apollonio, il quale pur aveva intenzioni di ricandidarsi.

Iorio con il coordinatore regionale dei meloniani Filoteo Di Sandro, hanno ufficializzato la candidatura di Tedeschi a sindaco, la quale politicamente viene sintetizzata nell’antipolitica da chi come Giovancarmine Mancini, Roberto Di Baggio, Mena Calenda e la Lega non giudicano permeabile, in quanto anche per questa tornata elettorale l’ex presidente di regione e attuale consigliere regionale vuole decidere le sorti di Isernia. In questo contesto, le idee confluiscono nella ragione, se Iorio non ricandida più D’Apollonio, ammette che ha sbagliato nella scelta. Oggi si pone di nuovo nella condizione di promuovere un candidato che stavolta pur essendo un politico, viene dalla sinistra, dall’IDV e dal PD ex consigliere regionale. Con Tedeschi, Iorio travalica i baluardi ideologici della destra di Fratelli D’Italia, per proporre un uomo di sinistra alla guida della città, inaccettabile la scelta, per una gran fetta del centro destra.

Nello stesso momento in cui si stanno effettuando queste critiche riflessioni, L’Avv. Giovancarmine Mancini responsabile delle unità locali nazionali per Fratelli D’Italia, Forza Italia con il Sottosegretario alla Giunta regionale Roberto Di Baggio, l’Assessore Mena Calenda e la Lega sono in attesa della decisione di Gabriele Melogli.

Ancora incerto, se vuole ancora una volta scendere nell’agone elettorale,  a 74 anni potrebbe fare la differenza e tornare a gestire l’amministrazione comunale pentra, ma la sua recente nomina, quale  membro del Consiglio Nazionale Forense, potrebbe indurlo a rinunciare alla candidatura; indecisione che sarebbe favorita  anche nel contesto di un probabile eventuale ballottaggio. Come non temere un’altra  sconfitta, come quella subita cinque anni fa  contro D’Apollonio?  Un vulnus ai fini di accettare un incarico così importante.

Per questa frangia di centro destra, qualora si rilevasse l’indisponibilità di Melogli, si aprirebbe la strada all’ex presidente di provincia Raffaele Mauro, silente ancora, ma pronto ad accettare il ruolo di candidato sindaco.  Il favorito per Forza Italia, Raimondo Fabrizio, potrebbe scegliere – messo alla porta – anche di andare da solo, sarebbero a questo punto i suoi 600 voti a pendere per la vittoria in un eventuale ballottaggio, su uno o l’altro candidato. Non bisogna nemmeno prendere sottogamba un’altra possibilità, quella che si converga ampiamente sul candidato dei Popolari di Vincenzo Niro condiviso  da Nexus e altri gruppi civici.  Una candidatura quella di Vincenzo Di Luozzo sostenuta da diverse anime cittadine. Le riserve comunque verranno sciolte a breve e non si escludono sorprese.