Riceviamo e pubblichiamo:

Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario, soprattutto in politica. Ma la rivoluzione è una riforma nelle corde di pochi.

Così ci si ritrova con affermazioni e slogan di portavoce di partiti, come Forza Italia, che se nel resto d’Italia chiede unità d’intenti per tornare a governare il paese, in Molise pare faccia di tutto per dividere la coalizione che si oppone ai renziani che guidano la regione.

Sembra di rivivere le stesse situazioni del 2013 quando l’eurodeputato del partito in questione decise di candidare una sua lista a sostegno di Frattura avanzando la giustificazione che “le amministrative sono cosa diversa dalle elezioni politiche”.

Noi a questo gioco non ci stiamo.

Stavolta, dopo circa 5 anni di mal governo che hanno riportato il nostro territorio indietro nel tempo con una forma di arretratezza mai vista fino a questo momento, non daremo modo a nessuno di turbare un lavoro di ricostruzione del centrodestra che vada a discapito di quest’ultimo e a favore di Frattura e del Partito Democratico.

Di conseguenza non possiamo accettare che Forza Italia sieda ai tavoli del centrodestra dettando paletti. Sia per il suo sostegno già dato all’attuale governatore, l’Attila del Molise, sia perché, per numeri, proprio Forza Italia non ha alcun potere di prevaricare altre sigle più sostanziose a livello di consensi della coalizione di centrodestra.

Forza Italia è un partito che è riuscito a primeggiare in loco solo quando aveva la leadership di Michele Iorio. Oggi i numeri dicono altro ormai da qualche anno: nel 2014 il suo peso oscillava tra il 5,5 e l’8,7% se guardiamo alle amministrative di Termoli e Campobasso. Si è fermato all’8% appena lo scorso anno alle amministrative di Isernia mentre alle provinciali sempre di Isernia non sono riusciti neppure a presentare una lista.

Da componente del centrodestra mi aspetterei, da chi ricopre il ruolo di portavoce, non dictat ma discorsi più distensivi in vista delle prossime regionali che portino ad un tentativo di unire la coalizione. E’ chiaro che o i forzisti molisani non hanno imparato nulla dalle amministrative tenutesi nel resto d’Italia nei giorni scorsi oppure, nel dire “no alla candidatura di Iorio” stanno cercando di guidare una parte del centrodestra alla scelta di un candidato alla presidenza della Regione meno competitivo per permettere a Frattura e compagni, Aldo Patriciello compreso, di restare al comando del Molise.

Un bagno di umiltà, prima di aprire bocca, non farebbe male a nessuno e se il portavoce Papa volesse davvero fare un’analisi accurata della sconfitta del 2013 dovrebbe ricercare responsabilità tra le fila del suo stesso partito per evitare di commettere errori clamorosi. A meno che, ribadisco, le parole del portavoce di Forza Italia servano a mascherare l’inutile tentativo di agevolare Paolo Frattura nel momento più buio della sua piccola e corta storia politica che, ormai, sta volgendo al termine.

Antonio Di Brino