Adeguamento e riordino dei Consorzi di Bonifica, Larino perderà anche la sede dello storico ente consortile di via Giulio Cesare?

Leggendo la proposta di legge licenziata dalla Giunta regionale in merito al riordino e adeguamento dei Consorzi di Bonifica sembra emergere un dato incontestabile: Larino si appresta a perdere la sede dell’istituendo Consorzio di Bonifica ‘Basso Molise’ a meno che questa volta la ruota della fortuna si fermi proprio sulla casella con la dicitura ‘Larino’.

Questo, quanto annunciato dal Consigliere regionale Francesco Totaro che ha poi aggiunto in tono ironico: “Larino non ha una vocazione sanitaria in quanto il suo storico ospedale è stato riconvertito in casa della salute. Il centro frentano non ha vocazione industriale in quanto tutte le aziende sono dislocate nell’ambito del nucleo industriale di Termoli. Larino non ha una vocazione turistica. Infatti l’Azienda autonoma di soggiorno e turismo ha sede nel centro costiero. A tutto questo oggi si aggiunge anche che Larino sembra non abbia nemmeno una vocazione agricola.

Sì, perché la giunta regionale andando a riordinare e ad adeguare i Consorzi di Bonifica, ha creato un nuovo organismo (il Consorzio di bonifica del ‘Basso Molise’) che accorperà le competenze prima spettanti ai disciolti consorzi del Trigno e Biferno, ed appunto, quello integrale larinese. E qui viene il bello. Infatti, se da un lato la Giunta regionale si è preoccupata di indicare i criteri (unitarietà ed omogeneità idrografica e idraulica del territorio sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque) necessari alla creazione del nuovo organismo, ha colpevolmente lasciato in bianco lo spazio dove avrebbe dovuto indicare la sede legale dell’istituendo Consorzio.

E qui, la questione si complica evidentemente. Infatti, se da un lato la sede del disciolto Consorzio Trigno-Biferno è addirittura soggetta ad una procedura di vendita, dall’altro la sede storica del consorzio integrale larinese è di proprietà dell’Ente. Ed allora perché la Giunta regionale, ha lasciato in bianco quella che, a rigor di logica, ma prima ancora a rigor di economicità delle scelte della politica, doveva essere la naturale sede del nuovo organismo?

Cosa vorrà significare una simile dimenticanza? Sembra che l’organo politico regionale abbia deciso di non decidere in merito. Eppure ritengo che una sola ed unica scelta debba essere fatta per un criterio logico ma soprattutto economico.