di Claudia Mistichelli

Anche a confine, presto, arriverà un maxi-gasdotto, chiamato TAP. Un’opera che, senza contare intoppi giudiziari o burocratici, dovrebbe costare intorno ai 45 miliardi di euro e dovrebbe essere completata entro il 2020.

Molto presto, nei fondali di una delle più belle spiagge d’Italia, sarà costruita una parte del Trans Adriatic Pipelin, attraverserà Grecia e Albania, fino ad arrivare al nostro amato Salento.

Ben 760 chilometri di tubi che porteranno 10 miliardi di metri cubi di gas per 50 anni.

In Grecia già sono cominciati i lavori e anche i primi problemi. Sembra che la Società appaltatrice abbia iniziato senza le dovute autorizzazioni e soprattutto senza contratti con i proprietari dei terreni.

Oltre a temere rischi di autocombustione, per la ricca presenza nel terreno di materiale organico, c’è tanta paura sui reali cambiamenti ambientali conseguenti al progetto. Timori e problemi di varia natura anche sul versante italiano che, in Puglia, stanno rallentando l’inizio degli scavi.

Intanto, anche il Molise ha i suoi guai. Ricordiamo che nel 2004, tra i vari incidenti nei gasdotti italiani, uno si è verificato proprio in Molise a Montecilfone, un incendio causato da una frana. Nel frattempo è in previsione un altro grande progetto, un metanodotto che attraverserà Abruzzo e Molise.

“Si chiama Sinarca Stoccaggio”, ed è un grandissimo serbatoio di gas che si estende su una superficie di 20,4 chilometri quadrati nei territori di Montecilfone, Palata, Guglionesi e Montenero di Bisaccia.

Il Basso Molise può venire trasformato, senza che nessuno abbia battuto ciglio, in un serbatoio di straordinarie dimensioni dove in estate si inietta, a fortissima pressione, il gas che finisce nei giacimenti esauriti del suolo e in inverno quello stesso gas si estrae per essere “spedito” al nord Europa e in qualche area del nord Italia.

Gli impianti di stoccaggio sono a rischio di incidente rilevante, e questo significa che ogni Comune interessato dal progetto dovrà provvedere a un piano di evacuazione e ottemperare a una serie di prescrizioni pesanti. Il continuo pompare e tirare fuori il gas rappresenta un grande pericolo secondo diversi comitati e movimenti ambientalisti.  Tali operazioni, incrementano il pericolo sismico, come è stato dimostrato dall’impianto di Castor, in Spagna, difatti bloccato proprio per questa ragione.

Ma il Molise, con il gasdotto di Montecilfone, produce energia in una quantità tre volte maggiore al suo fabbisogno, quindi il resto verrebbe spedito altrove.”  Insomma, Il Molise, la nostra bella isola felice, non è più ne’ tanto bella ne’ tanto felice, con delle cupe ombre che riflettono il suo futuro!