Oggetto: Proposta di Legge a firma del Capo-gruppo di Rialzati Molise, Presidente del Consiglio regionale Vincenzo Cotugno “Disciplina della raccolta, coltivazione, commercializzazione dei tartufi e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno nel territorio regionale”.
Note al P.d.L.
Parere contrario alla proposta di Legge Cotugno. Il tartufo molisano in via di estinzione.
Sin dalla nascita della nostra associazione 2007, composta da soli cercatori di tartufo molisani ci siamo battuti per la libera ricerca ma con la consapevolezza che prima o poi le cose sarebbero cambiate naturalmente in peggio per la nostra categoria comunque indicando sia da allora la strada da percorrere per scongiurare il peggio. Ci pare alquanto strano che una proposta di legge “vergogna” cosi osiamo definirla provenga dal Presidente del Consiglio regionale, che incarna il ruolo di imparzialità politica che in questo caso si tramuta in discriminazione tra molisani che risiedono non a migliaia di kilometri di distanza ma a poche centinaia di metri. Come dire: ognuno ricerca i tartufi che si trovano sul proprio territorio comunale come hanno sempre voluto i cercatori di San Pietro Avellana, e chi il tartufo non lo ha si arrangia! E i Comuni che non hanno tartufi?
La questione principale riguarda la realizzazione di tartufaie controllate nei boschi di proprietà dei Comuni ed in particolare l’estensione delle stesse,che in questa proposta viene fissata ad un massimo del 60% del territorio produttivo mappato andando cosi a comprimere in maniera eccessiva il diritto alla libera ricerca a favore dei residenti in quei comuni e nativi del luogo.
Altra stranezza è che si propone la raccolta del prezioso tubero ormai quasi scomparso anche nel Demanio Forestale di proprietà regionale anche in zone dove attualmente vigono divieti assoluti di raccolta di qualsiasi cosa come nei boschi “Montedimezzo-Collemeluccio”, “Monte Gallo-Monte Caruso”, naturalmente ai residenti e nativi dei Comuni nei quali ricadono le foreste regionali.
Vogliamo pensare che il Presidente Cotugno sia stato mal consigliato sulla bontà di questa proposta e a ben vedere ne abbiamo tutte le ragioni, nel P.d.L. si fa riferimento alla Comunità Montana Alto Molise e all’Associazione “Città del tartufo” indizi che ci conducono al Sindaco di S.Pietro Avellana Lombardi.
Dunque la questione verte sulla concessione ai privati, dei boschi comunali per la realizzazione di tartufaie controllate: nel 2015 l’attuale Sindaco concedeva alla Associazione tartufai Sampietresi a mezzo di un contratto di comodato d’uso gratuito senza alcun preventivo esperimento di una procedura pubblica 37,5 ettari di bosco comunale dove istituire una tartufaia controllata al cui interno possono accedere solo i soci.
In seguito al ricorso al TAR Molise da parte dell Associazione Micologica Tartufai Abruzzesi difesi dall’Avv. Massimo Romano si ottenne la sospensione dei provvedimenti impugnati, con ordinanza numero 520del 18 Febbraio 2016 la quinta sezione del Consiglio di Stato ha respinto l’appello proposto dall’Associazione molisana avverso l’ordinanza del TAR Molise numero 174 del 2015. Tutti i provvedimenti impugnati sono annullati, vittoria per la libera ricerca.
Torniamo alla proposta Cotugno: al titolo II,art.3 “tartufai controllate e coltivate”,si prevede che esse possano essere istituite su ogni Comune con una percentuale massima del 60% ( una vera e propria privatizzazione),l’art.16-17 propone poi la classificazione di tartufaie controllate tutti i boschi di proprietà della Regione Molise disponendo l’accesso a numero chiuso ai soli residenti e nativi del luogo.
La legge quadro, 16 Dicembre 1985,n.752 in materia tartufi afferma che la ricerca è libera nei boschi e terreni non coltivati e che hanno diritto di proprietà sui tartufi prodotti nelle tartufaie controllate tutti coloro che le conducono…. . Dunque il legislatore nazionale non indica limiti di estensione territoriale con questa norma riconosce le tartufaie controllate e coltivate ma senza indicare dei limiti di estensione territoriale. Con la sentenza della Corte Costituzionale 29 maggio, n. 167 nel giudizio di legittimità costituzionale degli articoli 4 e 8 della leg.reg. Umbria promosso dal TAR umbro nei procedimenti riuniti vertenti tra il Consorzio del tartufo Roscetti,la Comunità Montana dell’Alto Tevere umbro e visti gli atti anche dell’Associazione tartufai del comprensorio Eugubino-Gualdese afferma che compete alle Regioni definire l’estensione territoriale delle tartufaie controllate, ma che tale limite, si desume dal carteggio giuridico, non può comprimere eccessivamente il diritto della libera ricerca bilanciando equamente i contrapposti interessi dei conduttori privati e dei liberi cercatori onde evitare di incappare in palesi violazioni costituzionali.
L’attuale legge quadro in materia tartufi è oggetto in Parlamento di proposte di modifica circa l’estensione delle tartufaie controllate e coltivate e sappiamo che l’orientamento generale nazionale, è del 2% del territorio mappato nelle zone geografiche di raccolta, vale a dire su una proprietà pubblica di 100 ettari due ettari a raccolta riservata.
Questi argomenti ed altri parimenti rilevanti come l’ormai conclamata estinzione del tartufo nero estivo e la drastica riduzione del tartufo bianco, saranno trattati nell’incontro pubblico a Boiano domenica 4 Giugno alle ore 18, al quale sono stati invitati tutti i rappresentanti della politica nazionale e regionale.