Appello alle donne per l’8 marzo: “Candidatevi alle elezioni, abbiamo bisogno di voi in Parlamento”
Una lettera scritta da quattro componenti del programma ‘Obama Leaders: Europe’ invita le donne a fare politica attiva e a candidarsi in Parlamento: “Ogni minuto i nostri parlamenti fanno leggi, creano regole, ripartiscono fondi, influenzano la nostra vita con i loro voti e le loro decisioni. Trovi che il tuo governo gestisca male la pandemia e le sue prevedibili conseguenze? Candidati”.
In occasione dell’8 marzo, quattro donne che fanno parte del programma ‘Obama Leaders: Europe’, lanciato dalla fondazione creata dall’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama insieme a sua moglie Michelle, nato per individuare giovani leader nel mondo governativo, nella società civile e nel settore privato che hanno mostrato concretamente un interesse per la promozione del bene comune hanno invitato le donne europee a fare politica attiva e a candidarsi per entrare in Parlamento.
Le firmatarie della lettera sono Katharina Schulze, politica tedesca, membro di Alleanza 90/I Verdi, Federica Vinci, molisana di Isernia, co-presidente di Volt Italia, Julia Mouzon fondatrice e CEO di Elueslocales.fr, Flavia Kleiner fondatrice di Operation Libero, Svizzera.
Di seguito pubblichiamo il testo dell’appello:
A tutte le donne d’Europa: il nostro posto è in parlamento, prendiamocelo.
Trovi che il tuo governo stia gestendo male la pandemia? Candidati. Guardi con rabbia il cambiamento climatico e nessuno che fa niente? Candidati. Sei stanca di guadagnare meno della tua controparte maschile? Candidati.
Mentre affrontiamo collettivamente sfide più grandi che mai, diventa ancora più necessario che le donne si candidano alle elezioni. E non chissà quale donna: tu.
Quando una giovane donna apre il giornale in Finlandia, probabilmente leggerà della suo prima ministra Sanna Marin, del suo governo di coalizione con cinque leader del partito donne, delle 12 donne su 19 membri del governo finlandese, prendere decisioni che vanno dall’economia, alla sicurezza del paese, al piano pandemico. Vedrà le loro foto: leader donne che agiscono nel parlamento del proprio paese, dove il 47% dei parlamentari sono donne. “Buongiorno democrazia! Questo paese, questa politica, appartiene e rappresenta pienamente anche me”; è il messaggio che traspare da questo giornale. In questo paese, questa donna sa di essere vista, ascoltata e rappresentata in politica.
Eppure, la Finlandia resta un caso raro. Sebbene l’Unione Europea oggi sia sulla buona strada per avere un panorama politico più femminile che mai (celebriamo oggi modelli come Ursula von der Leyen, Christine Lagarde o Angela Merkel), c’è ancora molta strada da fare quando si tratta di avere democrazie europee pienamente rappresentative: le donne sono ancora sottorappresentate in quasi ogni parlamento e governo di questo continente.
Ecco perché oggi, in occasione della Giornata internazionale della donna, sosteniamo la rappresentanza di metà della popolazione nelle cariche politiche: la nostra.
Abbiamo bisogno di donne in parlamento per fare i conti con la realtà che ci circonda. Come possiamo creare, sostenere ed implementare leggi da governi e parlamenti che non ci rappresentano a pieno? Come possono le donne sentirsi viste, ascoltate, capite quando politici uomini monopolizzano tempo e l’attenzione dei media?
Il caso delle donne in parlamento va ben oltre l’obiettivo filosofico della parità di numero. Se l’esperienza vissuta è una delle chiavi per il successo delle politiche pubbliche, che altrimenti restano sconnesse dalla realtà dei cittadini e delle cittadine, più esperienze e prospettive di vita sono rappresentate in politica, più le leggi saranno accurate e giuste. Inoltre, è stato ampiamente documentato che, in campo aziendale, l’esperienza delle donne apporta un immenso serbatoio di talento, creatività e creazione di valore. Eppure, quando si tratta dell’elaborazione di politiche pubbliche, questo stesso serbatoio di intelligenza e creatività rimane in gran parte inutilizzato. La politica si arricchirebbe e diventerebbe automaticamente più inclusiva e migliore se le donne portassero i loro diversi background, esperienze e valori.
Nonostante negli ultimi anni, l’appello a più donne in politica abbia trovato riscontri un pò ovunque, rimane estremamente difficile per le donne entrare effettivamente in politica. Da dove dovrei iniziare? A quale partito politico dovrei unirmi? Come gestirò la mia vita familiare? Sono in grado di farlo?! Sono solo alcune le domande frequenti a cui le donne pensano quando viene chiesto loro di candidarsi. Comprendiamo bene queste domande, ce ne siamo crucciate, non ci hanno fatto dormire la notte. Ma alla fine ci siamo risposte e possiamo dirti: puoi farlo anche tu. Anzi, armati di coraggio e fallo, perché non c’è nulla di più potente che plasmare attivamente il futuro della nostra società, attraverso la difesa dei tuoi bisogni e valori.
Ti stiamo immaginando, mentre leggi questo blog alla tua scrivania a lavoro, o mentre cerchi disperatamente di fare smart working con un figlio in braccio e un cane sotto al tavolo, o nel tuo letto la sera, sfinita da un altro giorno in cui i tuoi bisogni non trovano risposta. Vogliamo che tu porti in parlamento te stessa, la tua pelle dura da donna in un paese che vuole eguagliare te ad un uomo, quando i tuoi bisogni sono diversi, questa tua esperienza vissuta e tutte le competenze che ti caratterizzano. Abbiamo bisogno di te: per te stessa e soprattutto per cambiare la politica, per cambiare la nostra società e per cambiare la nostra cultura affinché diventi più accogliente per altre donne e le spinga a candidarsi.
Ogni minuto i nostri parlamenti fanno leggi, creano regole, ripartiscono fondi, influenzano la nostra vita con i loro voti e le loro decisioni. Trovi che il tuo governo gestisca male la pandemia e le sue prevedibili conseguenze? Candidati. Guardi al crollo del clima che sta avvenendo proprio ora con rabbia e impotenza? Candidati. Sei sconcertata dalle disuguaglianze e dalla povertà nella tua città natale? Candidati. Sei una mamma ma non puoi tornare a una vita normale perché non c’è il congedo parentale per il tuo partner? Candidati. Il ministro dell’Istruzione del tuo paese ha problemi con la scuola durante la pandemia? Candidati. Vedi video sulla violenza della polizia sui social media senza una risposta pubblica? Candidati. Vuoi prendere in mano il tuo futuro, quello delle tue figlie e di tutte le donne del tuo paese? Candidati.
Noi, donne del ventunesimo secolo, abbiamo un ruolo da svolgere. E poiché abbiamo in noi un enorme potere è ora di usarlo per influenzare le decisioni sulla nostra vita diventando donne in politica.
Molte donne straordinarie, forti e brillanti hanno condotto la lotta che ci ha portati qui. Oggi abbiamo la responsabilità, l’orgoglio e la gioia di portare la prossima generazione di donne un passo avanti verso il pieno possesso dei loro diritti democratici. Perché, come ha detto così bene Amanda Gorman: “Mentre puntiamo i nostri occhi verso il futuro, la storia ha i suoi occhi su di noi”;. Questo è il nostro invito a tutte le donne là fuori: sosteniamoci a vicenda e rendiamo il mondo un posto migliore.