di Irnerio Musilli
La carenza di medici nei pronto soccorso e nei reparti di ospedale del Molise ormai è una grave quotidiana realtà che si è accentuata in modo evidente nel periodo di luglio ed agosto, quando i molisani da ogni parte sono tornati nei loro luoghi d’origine e si sono riappropriati dei loro territori e delle loro abitazioni, inoltre un sano turismo,ad esempio in una cittadina come Termoli ha contribuito ad aumentare notevolmente la propria popolazione reale.
Tempo a dietro, per ovviare a questa situazione, il commissario ad acta per la sanità della regione Molise ha invocato, richiesto ed annunciato l’intervento di medici militari; in effetti, ogni qualvolta si richiede l’intervento dell’esercito, come per effetto di un fluido magico la popolazione appare fiduciosa e tranquilla.
Lo si è visto anni fa con i cumuli dei rifiuti a Napoli , con l’azione di ordine pubblico per il TAV in Val Di Susa ,in diverse città con l’operazione strade sicure ed infine con la sicurezza e il controllo del territorio all’ expo di Milano.
C’è anche da dire, che da quando è stata abrogato l’obbligo della leva le famiglie non hanno l’esatta percezione di che cosa succede nelle caserme e di come lavorano alcune figure professionali come i medici militari.
Gli ufficiali medici dell’ esercito operano numericamente nel pieno rispetto degli organici diramati dagli alti vertici del ministero della difesa; essi sono effettivi nelle infermerie delle caserme dislocate su tutto il territorio nazionale . una parte di essi presta servizio in commissioni mediche per la definizione di pratiche medico legale ed un’altra parte presta servizio nell’unico vero ospedale dell’esercito che risulta essere il policlinico militare coelio di Roma.
Tutti partecipano a missioni operative ed umanitarie all’estero , preventivamente  regolarizzate da accordi internazionali con i vari governi esecutivi della NATO e dell’ONU. Essi si avvalgono di organizzazioni e regolamenti prettamente militari che si discostano nettamente dell intricato mondo di leggi,decreti e direttive relative alla sanità pubblica che impedisce la fluidità di ogni azione.
Gli ufficiali medici dell’esercito, hanno libertà di indirizzare i loro studi verso qualsiasi specializzazione , qualora autorizzati dai superiori sono liberi di  svolgere al di fuori delle ore di servizio attività privata, ed essi prediligono prevalentemente la medicina legale. Essi controllano , visitano e curano tutto  il personale militare che ha la caratteristica principale di dover essere il più idoneo possibile al servizio.
Tutto il personale militare, infatti, effettua a scadenze regolari temporali le prove di efficienza fisica per tassare il loro livello di preparazione ed efficienza. Qualora uno di essi risultasse non in perfetta forma e magari non rientrerebbe nei canonici parametri dell’indice di massa corporeo e, quindi in  sovrappeso viene collocato d’ufficio in convalescenza il tempo utile da potergli permettere il recupero della forma fisica.
Da tutto questo si evince chiaramente che gli ufficiali medici dell’esercito curano un tipo di personale in ottima salute ed in perfetta forma fisica mentre nei nostri ospedali molisani la figura del medico si approccia prevalentemente a diverse tipologie di malati quali anziani con malattie neurodegenerative dovute prevalentemente all’età, a post operatori, a post traumatici, tracheostomizzati e malati oncologici, quindi come si può notare non è certo la figura del medico dell’esercito l’ideale per fronteggiare l’emergenza in Molise come aveva  pronosticato il commissario Giustini.
La cosa grave è che ancora una volta la popolazione molisana si sente presa in giro perché, oltre ad un ottima operazione mediatica i nostri vertici della sanità non sono stati capaci di fare altro premendo il personale medico e paramedico che è stato in servizio con un lavoro massacrante.
Il fatto grave è che il commissario Giustini ha trascorso la sua vita lavorativa quale ufficiale medico dell’esercito e ha concluso la sua carriera con il grado di generale dirigendo il servizio sanitario della guardia di finanza,altro organismo militare; quindi è chiaro ed evidente che ha preso in giro i malati molisani sapendo di farlo.
Del resto, il commissario Giustini, convocato ad un’importante riunione sui problemi della sanità molisana si è reso latitante ed interpellata la vice commissaria Grossi rispondeva, come un disco incantato, che per qualsiasi argomento bisognava prima chiedere al commissario Giustini.
Il loro mandato risulta essere inefficace ed impalpabile visto che il loro compito era quello di rigenerare e riordinare la sanità della nostra regione. Dall’altra parte, il contrappeso della politica non si dimostra da meno, infatti il governatore del Molise, in merito alla sanità continua a dire che ha le mani legate perché non ha pieni poteri.
Nel frattempo la maggioranza del governo regionale, tra mal di pancia interni e turbolenze varie, l’unico aspetto che è riuscito ad evidenziare è stato un vorace appetito di poltrone e conflitti di interessi che, per la pochezza e la relatività del Molise, fanno arrossire persino il Silvio nazionale.
Per finire, in questi ultimi giorni assistiamo ad un depresso e scocciato Mattarella che ha conferito l’incarico per il nuovo governo.
Attualizzando una famosa frase dello storico Tito Livio: “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” oggi si potrebbe così tradurre: “mentre a Roma si attua il più sfrenato poltronificio, il Molise resta sempre di più l’ultima regione d’Italia”.
Nel cinquantesimo anniversario dei primi passi dell’uomo sulla luna, a noi malati fantasiosi ed ottimisti, non ci resta che pensare ad una grossa astronave lunare che ci possa condurre finalmente verso una sanità stellare.