Cinquemila degli Abruzzi e Molise, tra i 650 mila italiani caduti nella “grande guerra” : altro non fu che un grande macello di proletari e contadini poveri, mandati a sparare contro i loro fratelli proletari e contadini austriaci, e viceversa.
Per cosa ? Risolvere le contraddizioni tra stati imperialisti, nell’esclusivo interesse predatorio e brigantesco di capitalisti e banchieri, nelle terre friulano-giuliane prima multilinguistiche e multinazionali, a cui si aggiunsero la distruzione di interi paesi e lo sfollamento forzoso di intere popolazioni.
Ed invece tutti avrebbero potuto vivere in pace anche in quelle zone, in un mondo non inquinato dalle idiozie nazionaliste e dai suoi falsi “valori”.
Si decise così la collocazione politica dei popoli al tavolino dei potenti.
Una carneficina ancor più inaudita se si pensa che il governo imperiale austriaco era disposto a fare ancora nel maggio 1915 enormi concessioni pur di garantirsi la neutralità dell’Italia: cessione del trentino, del gradiscano e del cormonese ed elevazione di Trieste a “città libera”.
Tutto fu però mascherato con i falsi miti di “difesa della patria”, mentre in realtà la prima guerra mondiale, con i suoi sovrapprofitti, fu solo l’occasione del capitale finanziario italiano di consolidarsi e arricchirsi con annessione territoriali della Slovenia; dall’ascesa dei grandi magnati italiani dell’industria pesante che foraggiarono anche il regime criminale fascista, all’ascesa della Banca d’Italia da istituto privato a banca centrale pubblica.
Per questo, onorare la memoria di quei tanti proletari contadini, molisani, italiani e di ogni nazione, caduti nella grande guerra, significa riportare all’attualità il grande insegnamento di questa ennesima tragedia, ben riassumibile nell’appello di Zimmerwald, che fu rivolto ai lavoratori di tutti i paesi nel 1914 da Lenin ed altri: contro la guerra mondiale per accelerare la fine del massacro dei popoli, solidarietà internazionale nelle trincee, soltanto la rivoluzione sociale contro la dittatura della minoranza capitalista per la presa del potere politico dei lavoratori, in vista dell’organizzazione socialista della società, potrà realizzare la pace duratura e liberare l’umanità.
Il Coordinatore
Tiziano Di Clemente