di Tonino Atella

C’è a Venafro un sorvegliato speciale. Non ha commesso alcun reato grave, ma è comunque un sorvegliato, soprattutto nei periodi di piogge abbondanti e torrenziali come quelli del periodo, quando cioè il maltempo imperversa e si temono conseguenze per le persone e le cose. Trattasi di uomo o di donna ? Nessuno dei due! Trattasi di torrente, esattamente del torrente Rava che chiude a sud l’abitato venafrano, che raccoglie le acque che arrivano dai monti dell’interno e che nel recente passato ha procurato più di qualche grattacapo e pericolo a quanti risiedono a sud dell’abitato cittadino, ai loro beni ed alle singole proprietà terriere ed immobiliari, nonché ad aziende commerciali ed artigianali della pianura venafrana.

Il tutto infatti, e sono trascorsi appena un paio di lustri, finì completamente sott’acqua e completamente devastato dalle esondazioni del Rava, le cui acque ingrossatesi tantissimo per le piogge autunnali non riuscirono a defluire in maniera naturale, data l’occlusione di canali, ponti e zone di scarico, ed invasero letteralmente la pianura e l’abitato venafrano di pianura, non risparmiando niente e nessuno.

Passata la tregenda, si contarono i danni che furono decisamente tanti, e da allora ogni volta che Giove Pluvio “si arrabbia” di brutto scatenandosi e scatenando il finimondo, come appunto nel presente periodo, i venafrani guardano col fiato sospeso, addirittura in apnea, il Rava per vedere se nel suo letto le acque melmose defluiscono normalmente oppure se il loro livello è tale che si apprestano a tracimare, ad esondare portando via e distruggendo tutto quanto incontrano sul loro procedere tumultuoso.

No questa volta, nonostante fulmini, tuoni e saette, il Rava è rimasto tranquillo nel suo letto, scorrendo via senza arrecare patemi d’animo. La situazione, sino alle prime ombre della sera di lunedì (cioè mentre trasmettiamo), è sostanzialmente tranquilla, il Rava scorre normale, il suo livello non é ai limiti di guardia e i venafrani possono tirare un grosso sospiro di sollievo, anche se gradirebbero un sacco che finalmente i datatissimi lavori per l’ampliamento del ponte a sud dello stesso torrente, cioè all’altezza della statale 85 Venafrana, venissero conclusi in modo da avere un sottoponte ampio, confortevole e tale da garantire alle acque dello stesso Rava il loro più naturale e tranquillo deflusso.

L’allerta esondazione comunque resta e i venafrani non disdegnano in auto o a piedi di raggiungere costantemente il torrente in questione per “buttare un occhio” a quelle acque che comunque restano potenzialmente pericolose e temibili, e come tali da tenere sotto costante osservazione.