di Tonino Atella

Nel passato recente venne conferito a Venafro un titolo di merito assolutamente significativo.

Il centro fu riconosciuto a livello nazionale quale “Uno dei Piccoli Grandi Cento Comuni d’Italia”, a testimoniare l’impegno, la dedizione, il progresso e la valenza della collettività locale attraverso le sue tante sfaccettature.

Venafro cioè Comune dalle piccole dimensioni sotto l’aspetto demografico e territoriale, ma capace di scrivere pagine importanti nel contesto economico, imprenditoriale e lavorativo nazionale, tanto appunto da essere annoverato tra le valenze e le positività di spicco dell’intera Penisola. Un riconoscimento che premiò a ragione la fattività di molti in ambito cittadino. E giustamente l’amministrazione comunale di quei tempi, ossia di decenni addietro, pensò bene di apporre sulla carta stampata del Comune di Venafro stemma, simbolo e dicitura del’importante riconoscimento nazionale.

Altro “titolo” della cittadina, analogamente significativo: Venafro “Città dell’Olio”, a testimoniare bontà, pregi e ricchezza della tipica risorsa del territorio, l’olio, ricavato da ulivi millenari e che era tanto apprezzato sin dai tempi dell’Antica Roma da essere citato da diversi autori dei millenni trascorsi. Bene. Di “Città dell’Olio” grazie al lavoro di molti Venafro continua a menare vanto, imponendosi  all’ attenzione nazionale con un prodotto che non teme confronti, favorito da un ambiente assai propizio ed una natura favorevole che danno un olio eccellente per leggerezza, fragranza, sapore e tant’ altro.

In siffatto contesto sono in molti che continuano a distinguersi e meritare. Innanzitutto gli olivicoltori, autentici promotori di tale importantissima ricchezza attraverso il loro sapiente lavoro. Discorso diverso invece per l’altro attestato, ossia Venafro quale “Uno dei Piccoli Grandi Cento Comuni d’Italia”. Lo testimoniano le considerazioni attuali di diversi operatori economici locali e della gente comune. <Non so cosa stia accadendo -afferma una commerciante- ma Venafro ha rallentato notevolmente, è praticamente ferma. Poca vitalità dell’economia e dell’imprenditoria cittadine.

Personalmente sono assai delusa e preoccupata, ma anche tant’ altri colleghi la pensano allo stesso modo. Qui non si muove nulla, siamo tutti fermi! Non è un gran bel momento sotto l’aspetto economico ed imprenditoriale. Gli scambi latitano, le industrie di un tempo hanno chiuso, tanti negozi hanno abbassato le saracinesche e molti giovani sono andati altrove a cercare lavoro. Occorre un immediato rilancio, una spinta da parte delle istituzioni pubbliche locali, ma mancano segnali incoraggianti in tal senso>.

Qualche anno addietro, proviamo a replicare, alla città venne riconosciuto il titolo di “Uno dei Piccoli Grandi Cento Comuni d’Italia”; a suo parere, di tanto cosa resta a Venafro ? <Francamente poco e niente -aggiunge la donna- e non lo dico per disfattismo. Sarei la prima a sorridere se le cose funzionassero e se tutto andasse bene, ma purtroppo la realtà è deprimente. C’è solo da augurarsi che la nottata passi in fretta.

Serve però che le istituzioni facciano finalmente la loro parte, affrontando in piena responsabilità il problema>.