Massimiliano Di Vito, ex assessore del Comune di Venafro, durissimo con l’amministrazione municipale uscente e prospetta il centrodestra al prossimo governo cittadino con le amministrative della primavera 2018.

In giro si parla tanto di elezioni politiche nazionali e regionali, tant’è il recente arrivo a Venafro dell’ex premier Renzi arrivato tra noi per perorare la causa dei suoi raccogliendo sì applausi ma anche tante e consistenti contestazioni. Al contrario nel secondo Comune della provincia d’Isernia -alias Venafro- il discorso politico verte essenzialmente sulle imminenti elezioni amministrative della prossima primavera che rinnoveranno la conduzione del locale municipio. Un appuntamento determinante per il futuro della città, dal che importanza ed attese. Per approfondire il tema ne parliamo con l’imprenditore Massimiliano Di Vito, già assessore del Comune di Venafro e che é intenzionato a tornare in campo alla luce delle tante defaillance della città. Di Vito, il suo giudizio sull’amministrazione comunale uscente di Venafro ? “Assolutamente negativo -attacca con decisione l’ex amministratore- alla luce di quanto prospettato di fare e che al tirar delle somme non è stato nemmeno affrontato ! In passato, quanti hanno guidato in quest’ultimo quinquennio il Comune di Venafro erano soliti abbandonarsi a critiche a 360°, chiedendo ad ogni piè sospinto dimissioni di questo e quell’altro. Cosa hanno fatto tali personaggi per meritare consensi e l’eventuale conferma nella prossima primavera ? Nulla ! Sono vissuti di rendita grazie ad opere pubbliche pensate e finanziate nel corso di precedenti amministrazioni municipali. Di loro non c’è stato  assolutamente nulla, aldilà delle continue affermazioni circa presunte difficoltà di bilanci maturate precedentemente. Una storia, questa di debiti e bilanci, che non ha convinto uno solo dei venafrani che seguono da vicino e conoscono le faccende del nostro ente locale”. Ed allora ? “Ritengo che i venafrani vorranno decisamente cambiare la cabina di regia amministrativa, nell’interesse della città e dei giovani che continuano a reclamare a ragione quelle certezze che non vedono in giro. Da noi, si creda, manca tutto ! Solo disservizi, caos e disordine diffuso, mentre l’economia langue di brutto con commerci ed artigianato ridotti malissimo. Ne è conferma il corso principale di Venafro, Corso Campano, un tempo centro di vita ed attività, ma oggi con tutt’altro e desolante aspetto. Tante le saracinesche chiuse, tanti i negozi scomparsi e dal Comune niente : zero idee ed iniziative per rilanciare e rimettere in piedi. Il lavoro ? Punto dolentissimo, sul quale non una sola parola è arrivata dall’amministrazione uscente. Per non dire del deprimente stato di laghetto, “Quattro Cannelle”, lavatoio comunale e risorse idriche del rione Ciaraffella; tutto in ginocchio e dalla casa municipale silenzio di tomba ! Quello stesso silenzio che caratterizza una raccolta differenziata fermatasi a metà abitato senza spiegazioni sorta !”. La conclusione dell’ex assessore comunale : “Delusione, disillusione e fallimento, quindi, appaiono i dati salienti dell’amministrazione uscente del nostro Comune -aggiunge Di Vito- per cui si può pensare ed auspicare una netta inversione di tendenza con la vittoria del centrodestra alle prossime amministrative di Venafro della primavera 2018, nell’esclusivo interesse della città. Del resto, in prospettiva, il vento di centrodestra spira forte sia a livello nazionale, sia a livello regionale che comunale, è come suol dirsi il trend del momento. Perciò mi auguro che anche Venafro sappia e voglia cambiare nel suo stesso interesse”. Cosa serve secondo lei perché il centrodestra recuperi il Palazzo di Città di piazza Cimorelli ? “Competenza, senso civico, disponibilità, professionalità ed impegno. Con tali essenziali ed irrinunciabili ingredienti Venafro tornerà al centrodestra per avviare un nuovo e più produttivo corso. Serve però gente affidabile che si dedichi con passione e continuità all’amministrazione cittadina. E in giro da noi, nel centrodestra ovviamente, ce n’è a josa !”.

 

Tonino Atella