di Pietro Tonti
Unilever Pozzilli: tra promesse ed esiti incerti
Una grande eco ha avuto in questi giorni, su tutti i maggiori mass media nazionali, il progetto di reindustrializzazione della Unilever di Pozzilli. L’industria, diciamolo senza temere temi di smentita, ha chiuso a Pozzilli e l’intera produzione molisana è stata assorbita con tutti i macchinari da quella di Casalpusterlengo.
Alle maestranze è stato promesso un progetto in continuità lavorativa, in un settore totalmente diverso dalla produzione di concentrati per la pulizia di cui erano specializzati, il riciclaggio di materiale plastico.
Un’idea da 75 milioni di euro presentata stranamente dal direttore delle risorse umane Gianfranco Chimirri della Unilever. Nulla sulla carta se non l’intenzione di riciclare 130 mila tonnellate annualmente, di plastica sporca derivante dalle discariche di mezza Italia, lavarle e trasformarle a Pozzilli, attraverso una new co. con partecipazione Unilever e gestita da Seri Plast, la multinazionale del riciclaggio plastico.
Appare strano come un progetto di così ciclopiche dimensioni, possa essere realizzato in un nucleo industriale in cui si oppongono gli stessi rappresentanti del Governo del M5S in regione.
Unilever Pozzilli – Riconversione: il no dei pentastellati
Infatti già il Consigliere pentastellato Vittorio Nola nel dicembre scorso affermava: “nell’ottica dell’attrattiva, dobbiamo scongiurare che i nostri nuclei industriali si specializzino nel solo riciclo delle plastiche. Se così fosse, pur tornando in Obiettivo Uno (con le agevolazioni del caso), difficilmente gli imprenditori di altri settori deciderebbero di stabilire le proprie attività sul nostro territorio: sarebbero scoraggiati dall’inquinamento ambientale”.
A distanza di soli tre mesi ecco che questo progetto di reindustrializzazione si pone come la panacea risolutiva (almeno a chiacchiere) della salvaguardia delle unità lavorative, ma mentre il deputato Federico ribadisce l’importanza della salvaguardia dei posti di lavoro in questa riconversione industriale, Nola e Greco (M5S), sono contrari alla riconversione dello stabilimento in riciclo di plastica.
Unilever Pozzilli: reindustrializzazione o progetto chimerico?
Questo cosa significa? Riflettendo senza mezze misure, possiamo affermare – attendendo smentite – che la trovata del riciclo colossale di materie plastiche da parte del direttore del personale Unilever apparirebbe come una giusta via di fuga per porre in cassa integrazione gli operai, in attesa di calende greche di un progetto che trova già solo nell’idea iniziale blocchi e impossibilità ad essere concretizzato.
La risultanza è quella che il sindacato Cisal con Antonio Martone va predicando senza proseliti: “la Unilever ha trovato il modo di chiudere lo stabilimento senza proteste, puntando su un progetto irrealizzabile di reindustrializzazione”.
L’azienda potrà dire tra qualche mese per la Unilever di Pozzilli: noi volevamo riciclare e produrre, ma ce lo hanno impedito, scaricando le responsabilità su regione e ambientalisti e insieme alla Ittierre e la Gam; ecco le maestranze Unilever a fare la fine che sappiamo, la quale, forse è già è stata scritta.