Lo so per molti di voi è stato un anno pessimo, per pochi forse un buon anno senza lutti, senza grossi scossoni.

Per me è stato un anno tremendo, da segnare negli annali tra i più nefasti fino ad oggi della mia vita.

Il 30 aprile è scomparso mio padre, il 2 dicembre il mio amico fraterno Marcello Pizzi, due eventi luttuosi che hanno segnato profondamente la mia esistenza.

Il nuovo anno per me non sarà come i trascorsi, vivrò nel ricordo, andrò avanti nella speranza che tutto abbia un senso: i sacrifici, le rinunce, le notti insonni, il lavoro, la frenesia del tempo che sfugge e ci consuma inesorabilmente.

Mi mancheranno queste due figure, il primo in quanto padre e genitore, Marcello in quanto tra le persone più importanti che ho incontrato nel mio percorso di vita. Possano dal profondo del mistero illuminare il mio cammino e di quelli che incontrerò sulla mia strada.

Tanti amici lottano nei letti di ospedali con mali incurabili, sento i loro lamenti e le loro speranze.

Tanti amici sono disoccupati, senza lavoro, senza affetti da anni e qualcuno si è procurato la morte nel 2017.

Tanti amici sono emigrati lasciando le famiglie e il dolore a casa, portando con se aspettative di vita serena per il futuro.

Tutto il resto è noia, o politica!

Mi sento di augurare dopo questa carrellata di pessimismo leopardiano un morigerato 2018.

Vi lascio con una massima di Charles Baudelaire:

<<Bisogna essere sempre ubriachi. Tutto sta in questo: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra bisogna che vi ubriacate senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro. Ma ubriacatevi. E se qualche volta sui gradini d’un palazzo, sull’erba verde d’un fossato, nella mesta solitudine della vostra camera, vi risvegliate con l’ubriachezza già diminuita o scomparsa, domandate al vento, all’onda, alla stella, all’uccello, all’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, domandate che ora è; e il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno: è l’ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi; ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro>>.

Pietro Tonti