di Pietro Tonti

Abbiamo assistito alla dichiarazione di fine anno del presidente Donato Toma riguardo la risposta alla domanda: “Le opposizioni dichiarano che sui costi della politica non è stato fatto nulla per ridurli, lei cosa risponde?”

Il Presidente, burlescamente, ma senza minimamente pensare alla reazione di una sua dichiarazione dai toni evidentemente sarcastici, ha risposto in maniera scomposta, definendo il suo stipendio di 13.500 Euro non congruo per il lavoro che svolge rispetto alle responsabilità assunte e quello che ha lasciato come lavoro, facendo intendere che con il proprio lavoro di consulente guadagnava ben altre cifre, rispetto al quale, certamente lo stipendio da Presidente è poca cosa.  Evidenziando che la scarsa responsabilità amministrativa delle opposizioni, avrebbe consentito a loro una riduzione degli emolumenti.

Da qui il web lapidario, si è scatenato nella resa dei conti su chi possiede e chi non ha nulla, neanche di che sfamarsi. Occasione ghiotta per portare all’attenzione dei cittadini le tante vertenze molisane irrisolte, di cui evitiamo il lungo elenco, con le relative centinaia di maestranze in cassa integrazione e senza futuro. i tredici stipendi in più percepiti dal Presidente rispetto a un operaio etc.

Diciamoci la verità, non volendo il nostro Presidente è apparso presuntuoso, saccente e indisponente, ma crediamo che non l’abbia fatto volutamente, sono le opposizioni che fanno perdere le staffe a Toma e una reazione del genere è quanto meglio si potessero aspettare per gettare fango su chi è stato sempre consigliato prima di pronunciare un discorso, evitando “cazzate” come in questo caso.

Sappiamo che nessuno è perfetto e a tutti i livelli governativi si possono commettere leggerezze, la storia e l’informazione riporta continuamente gaffe di grandi uomini politici, come questa che per gli oltre 50.000 utenti del web è apparsa una delle dichiarazioni più controproducenti per l’immagine presidenziale. Francamente, poteva risparmiarsela, ma le uova sono rotte e la frittata è fatta, in un clima di promesse ancora non mantenute e di estreme criticità regionali, quale piatto più succulento per intingere la diffamazione e portare Toma alla berlina?

Lo stesso web ha toccato il nervo scoperto delle consulenze ai pochi uomini eletti del presidente, denaro che unito agli investimenti su una strana pianificazione del turismo regionale affidata a Sviluppo Italia per 36 mesi a un milione e trecentomila euro, mentre il vicino Abruzzo ne avrebbe speso solo 60 mila per lo stesso scopo, ha condotto in visibilio l’opposizione pentastellata in Consiglio regionale, che ha avuto gioco facile nello sputtanare Toma e il suo “groupe de travail”.

Insomma, non inizia proprio bene da un punto di vista comunicazionale questo nuovo anno per l’amministrazione Toma, ma lasciamo al capace, indubbiamente grande professionista l’opportunità di dimostrare con i fatti il suo valore sul campo dell’azione amministrativa.

Sono passati solo pochi mesi dal suo insediamento, nemmeno con la bacchetta magica e il genio della lampada si sarebbero potuti risolvere problemi endemici del Molise. Con quel moderato ottimismo che dovrebbe contraddistinguere  la maggioranza dei molisani che ha permesso che amministrasse, lasciamo che il tempo dia torto o ragione a chi pur rimettendoci denaro, avendo deciso di minimizzare e sminuire il suo tenore di vita scegliendo lo stipendio da presidente, ha voglia di porsi in discussione con il solo scopo di fare qualcosa di positivo per questa regione, senza scheletri negli armadi, sbattendosene della politica e commettendo degli errori che possono apparire madornali, ma umani.

Troppo presto per dargli torto, troppo grandi i problemi da risolvere in quattro e quattro otto. Preferiremmo rimandare al prossimo anno quello che in molti contestano a soli sette mesi dall’insediamento.

Restiamo in attesa di congrue politiche di sviluppo, celeri, non procrastinate a 36 mesi come lo sviluppo turistico, sempre che nel frattempo il Governo non decida di aggregarci ad una macro regione e mandare a casa Sansone con tutti i filistei.