La notizia del giorno. Acc congela i progetti delle fabbriche da realizzare a Termoli e a Kaiserslautern (Germania) per la produzione di accumulatori. Sconcerto tra i lavoratori, governo e sindacati si mobilitano.

di Pietro Tonti

CAMPOBASSO. Le nubi che si sono addensate negli ultimi giorni sulla Gigafactory di batterie per le auto elettriche di Termoli preoccupano la politica regionale.

L’incontro previsto per ieri al Mimit (fra sindacati e aziende coinvolte) è slittato all’11 giugno dopo la decisione di Acc, la joint venture tra Stellantis,Mercedes-Benz e TotalEnergies, di rinviare a fine 2024 – inizio 2025 le discussioni sui contenuti del progetto.

A prescindere dalle cavalcate pre elettorali di oggi nel Molise, la decisione sulla Gigafactory non dipende dalla volontà dei vertici della joint venture, ma dal mercato. A mio avviso, ogni azione intrapresa per il futuro oggi è assolutamente fuorviante e necessita di tempi per appurare in quale direzione si spingerà l’elettrico e la politica comunitaria. Certamente una decisione attendista, pone squilibrio in una regione come il Molise, dove la precarietà lavorativa e l’assistenzialismo dominano la quotidianità della popolazione e procrastinare al 2025 una programmazione, vuole dire iniziare a mettere mano alla produzione – se mai avverrà-  nel 2027/2028. La realtà nelle decisioni di ieri dei vertici di Acc, possono essere ampiamente giustificate, senza segreti di Pulcinella o decisioni volute per nuocere all’uno o all’altro progetto industriale, o a una regiona ecome il Molise alla canna del gas.

Ci sarà spazio per l’auto elettrica nel futuro? Questa è una domanda che senza alcun dubbio i supermanager di una grande multinazionale si chiedono. L’auto elettrica dovrebbe morire a breve stando a quello che si dice oggi. Eppure l’auto elettrica non è ancora morta e il 2024 sta segnando l’anno con più modelli in uscita e, al contempo, è quello che ha iniziato ad abbassare i prezzi medi di acquisto. Ma non basta per guardare nel futuro con investimenti milionari.

 Nel prossimo futuro, saranno due le tappe fondamentali che segneranno, in un modo o nell’altro, la storia delle auto elettriche.

La prima tappa è quella del 2025, l’anno in cui dovrebbero arrivare le auto elettriche economiche. Ci sono già vari annunci, Renault ha iniziato a gettare le basi con la Renault 5 elettrica, il gruppo Volkswagen dovrebbe arrivare con il nuovo progetto della gamma ID e vi è Tesla con Elon Musk che ha promesso di rivitalizzare il progetto Model 2.

La seconda, è fondamentale, qui è ancora più difficile fare previsioni, è quella delle auto elettriche cinesi economiche. Se ci sarà l’invasione di prodotti, dipenderà dai dazi e quindi dalle decisioni dell’Europa. Il dumping che il governo cinese ha messo in atto per minare il mercato europeo delle auto elettriche, finanziando le case automobilistiche cinesi con centinaia di milioni di euro, consentendo di svendere al di sotto del prezzo di costo e far fuori le case automobilistiche europee dal mercato, potrebbe essere giunto al capolinea. Il Ministro delle Imprese Adolfo Urso, tornando a parlare delle auto cinesi e dei dazi. Un paio di settimane fa, dopo cha la Casa Bianca aveva comunicato la volontà di portare i dazi al 100%  sulle auto cinesi, il ministro aveva commentato che sarà inevitabile che anche l’Europa tuteli la produzione nazionale alla stessa maniera. Posizione che adesso è stata nuovamente ribadita nel corso di un intervento al Festival dell’Economia di Trento.

Sono certo, l’attesa di tempi migliori per la Gigafactory di Termoli, ha alla base queste problematiche. Dipendenti in particolar modo dalle scelte politiche europee, del nuovo establishment che verrà fuori dalle elezioni la settimana prossima, ma i tempi della politica sono lenti e al contrario, quelli dei molisani al limite del collasso economico devono necessariamente essere veloci. Non tutti i mali vengono per nuocere, lo sappiamo, mentre questa decisione può nuocere invece irrimediabilmnete sul futuro lavorativo di centinaia di molisani.