L’amministrazione di San Pietro Avellana ha incontrato la comunità sanpietrese a Torino. Il Consigliere Di Ludovico: “sublimi emozioni identitarie!”

Partiamo da un assioma: l’appartenenza ad una comunità è incancellabile. Negli anni del boom industriale, migliaia di italiani dal sud, furono costretti a trasferirsi al nord per offrire manodopera nelle primarie aziende produttrici, in primis la Fiat di Torino.

Ed ecco che dall’alto Molise, in particolar modo da San Pietro Avellana, decine di sanpietresi dagli inizi degli anni cinquanta, fino alla fine degli anni sessanta, si trasferirono a Torino.

Il legame con la comunità d’origine non si è mai perso, infatti nelle ricorrenze del Natale e soprattutto nel mese di agosto, quelle famiglie sono sempre ritornate al natio borgo selvaggio. Abitudine non sopita, nemmeno per le nuove generazioni di sanpietresi.

A sancire il legame con le proprie origini molisane, il 2 giugno scorso a Torino si è avuto un incontro tra la comunità sanpietrese residente nella città piemontese e una delegazione del comune di San Pietro Avellana, capitanata dal Consigliere comunale dott. Claudio Di Ludovico.

La torta con la foto dell’eremo di Sant’Amico, icona di appartenenza al paese molisano

Presenti oltre 70 persone rappresentanti di tre generazioni appartenenti o discendenti dei protagonisti dell’ultima grande ondata migratoria. Una giornata conviviale, dalle grandi emozioni condivise nei ricordi di ognuno del bel paese molisano.

La comunità sanpietrese a Torino, nel momento conviviale.

Emblematica, al fine di descrivere la giornata di ritrovo, la nota del Consigliere Claudio di Ludovico che riportiamo integralmente:

<< Voglio ringraziare di cuore gli organizzatori di questa bellissima giornata. Aver avuto l’opportunità di rappresentare la comunità “madre” dei sampietresi mi ha onorato. Sono convinto che l’ incontro di oggi abbia rappresentato una chiara volontà di rafforzare e mantenere viva la nostra identità culturale fatta di valori condivisi, di tradizioni, di storie e storia comune, di amicizie e luoghi dove si è nati e cresciuti. Tutto questo riporta alle radici personali e allo stesso tempo alle nostre comuni radici identitarie e di appartenenza. Oggi siamo andati oltre la semplice nostalgia.

Mantenere e perpetuare la propria identità culturale è la strada giusta per contrastare i danni che derivano dalla globalizzazione e dalla omologazione.

Voglio sperare che quella di oggi non resti una iniziativa spot, ma una delle tante che ci permetteranno di fare rete e continuità con il territorio di origine San Pietro Avellana.

Restiamo uniti. Un abbraccio a tutti. Grazie>>.

La foto ricordo che sancisce l’appartenenza e l’incontro torinese