di Pietro Tonti
La fornitura dell’acqua dal Molise alla Puglia non convince.
La questione tornata d’attualità nell’ultimo Consiglio regionale molisano a seguito di una comunicazione all’Aula del presidente della Regione Donato Toma, nella quale ha illustrato gli esiti di una riunione dello scorso 5 novembre al Ministero delle Politiche agricole con soggetti politici e tecnici di Molise e Puglia.
Il progetto prevede la cessione del surplus di acqua del Molise che “dovrebbe essere traghettata – ha spiegato Toma – alla Regione Puglia.
L’accordo con la Regione Molise consentirebbe – secondo il presidente di portare oltre 20 milioni di metri cubi alla Puglia” dall’invaso artificiale del ‘Liscione’ in territorio di Guardialfiera (Campobasso). Tutto ciò, a fronte del riconoscimento al Molise di un giusto compenso”.
Le perplessità alla captazione, giungono con la quantificazione e la relativa certificazione, da affidare agli organi competenti, quindi a Molise Acque, l’entità del surplus di acqua che dall’invaso del Liscione viene riversata in mare.
“Il governo regionale – ha aggiunto Toma – ha ampia disponibilità a discutere del progetto che si inserisce in un naturale rapporto di solidarietà, ma deve avere a disposizione i dati che quantifichino il fabbisogno idrico regionale e il surplus disponibile”.
Bisogna appurare se all’ampia disponibilità della regione Molise, corrisponda un’ampia risorsa idrica da destinare alla Puglia.
Ed è proprio il fabbisogno idrico regionale ad essere messo in discussione, dalle intenzioni di mantenere ottimi rapporti di “vicinato remunerato” per la fornitura idrica, bisogna fare i conti con il livello attuale dell’invaso, con le minori precipitazioni che hanno visibilmente ridimensionato il lago di Guardialfiera, ridotto quindi la portata del Biferno nel lago, sotto in questa stagione di oltre 20 metri dal livello normale. I conti bisogna farli anche con il limo trascinato dal fiume Biferno nell’invaso che nel corso degli anni aumentando i livelli dal fondo, ha ridotto la portata d’acqua.
Questa realtà è datata, fu l’ex sindaco di Guardialfiera Remo Grande a portarla fortemente alla ribalta qualche anno fa, spiegando agli organi di stampa e alle istituzioni, che bisognava prestare attenzione alla captazione incontrollata, vi era già la necessità di dragare il Liscione e riutilizzare il limo per l’agricoltura, per ripristinare l’alveo originale, ma si rivelò un messaggio rivolto a sordi.
Oggi la situazione si è nettamente aggravata, mentre la portata del fiume si riduce, il clima che sta mutando repentinamente porta a confrontarsi con siccità sempre più lunghe nei periodi primavera estate. C’è quindi da chiedersi se esiste davvero un surplus di acqua da destinare alla Puglia. Nel Basso Molise dove l’agricoltura necessita di risorsa idrica costante, in base alle citate criticità, si teme nel prossimo futuro, che il Liscione possa a malapena soddisfare le nostre esigenze.