Due cittadine di Sessano del Molise hanno presentato ricorso al Tar contro il sindaco, il vicesindaco e l’assessore del proprio Comune (tre uomini) chiedendo l’annullamento del decreto di formazione della giunta perché tutta al maschile.
In precedenza, c’erano state richieste di chiarimento da parte della minoranza ma il sindaco, Pino Venditti, aveva prima risposto che «l’obbligo normativo di garantire la parità di genere nella composizione della Giunta Comunale sussiste unicamente per i Comuni che hanno una popolazione superiore a 3.000 abitanti» e, successivamente, aveva dichiarato di non essersi «fermato all’interno del proprio gruppo consiliare per la ricerca di persone di genere femminile cui attribuire l’incarico di componente dell’organo esecutivo, ma, a seguito del diniego dell’unica consigliera di maggioranza eletta, ha fatto anche diversi tentativi volti a far ricoprire il ruolo di assessore esterno (espressamente previsto dallo Statuto) a cittadine non appartenenti al Consiglio Comunale neoeletto, ma in possesso di specifiche competenze ritenute necessarie per ricoprire detto ruolo. Tuttavia le donne interpellate … hanno rifiutato, adducendo motivazioni di carattere personale, familiare e lavorativo che meritano incondizionato rispetto e considerazione e sulle quali …[il] Sindaco non si permette di esprimere giudizi».
Evidentemente il sindaco non ha interpellato tutte le donne di Sessano e due di loro hanno presentato ricorso al Tar per la la violazione dell’art. 46, comma 2 del decreto legislativo n. 267/2000. La violazione di tale norma, secondo i legali delle due donne, non risulta giustificata, né attenuta dalle motivazioni addotte dal Sindaco.
Insomma, l’istruttoria richiesta dalla legge e solo accennata dal sindaco non giustifica quanto deciso dal primo cittadino. In altri Comuni e in altre simili situazioni, il sindaco ha dovuto «svolgere indagini conoscitive, intese ad individuare, all’interno della società civile, nell’ambito del bacino territoriale di riferimento del Comune, personalità femminili in possesso di quelle qualità, doti professionali, nonché condivisione dei valori etico-politici propri della maggioranza uscita vittoriosa alle elezioni, idonee a ricoprire l’incarico di componente la giunta municipale». Ma, tale istruttoria è stata illustrata e non in modo superficiale.
Sul caso di Sessano, vedremo nelle prossime settimane cosa deciderà il Tar e vedremo se al problema sollevato dalle due signore di Sessano sarà data attenzione anche dalla Commissione per la Parità e le Pari Opportunità della Regione Molise.