Orestina Di Bartolomeo, è lei una delle più longeve del Molise, nata a Campobasso in Contrada Santo Stefano il 27 luglio del 1917, festeggia i suoi primi 106 anni di vita.

Una personalità vivace e serena, una lucidità fuori da ogni immaginazione per la sua età. Ieri sera in un noto ristorante del capoluogo di regione, zia “Oresta” stretta dall’affetto dei suoi 25 parenti, tra nipoti e pronipoti oltre agli amici, ha festeggiato il suo ultracentenario compleanno.

Una storia di amore e sacrifici inenarrabili quelli di questa signora esile che ha percorso due secoli tra la seconda guerra e la modernità.  Nel 1937 all’età di 20 anni convolò a nozze con un giovane della sua stessa frazione. Come accade nei nostri piccoli borghi, con il suo stesso cognome, stessa età, ma non parenti, tale Rossino Di Bartolomeo nato il 07 settembre del 1917.

Orestina ci racconta di come sia stato breve, ma intensissimo il suo matrimonio e l’amore per suo marito, il tempo di restare incinta e la leva militare impellente e naturale in quegli anni di 18 mesi per il suo amato. La nascita della figlia, Rossino volle chiamarla Mafalda, come la Regina di Savoia tanto amata dagli italiani dell’epoca. Oresta le aggiunse il nome di Maria.

Oresta Di Bartolomeo con la torta del suo 106° compleanno

Maria Mafalda nacque il 24 ottobre del 1938 e solo fugacemente ritornò suo padre per vederla e poterla abbracciare per poi partire per la campagna di Libia con il grado di Caporalmaggiore e non fare più ritorno come tanti nella sua amata terra.

Rossino perì sul fronte libico nel gennaio del 1942, raccontarono a sua moglie che una scheggia di una bomba gli era stata fatale, colpendolo dietro la nuca, una morte fulminea senza sofferenza. Nel 1978 le spoglie del Caporalmaggiore Rossino Di Bartolomeo furono riportate a Campobasso presso il sacrario dei Monti di Castel Monforte, dove Oresta ancora oggi, si reca con la figlia a pregare sulla sua tomba.

Una vita di lavoro indefesso per questa piccola grande donna, contadina tra i campi e il sostegno della pensione di guerra ereditata dal marito. Come afferma lei stessa nei suoi ricordi: “non mi sono mai arresa, ho lavorato duramente, in quanto donna sola senza un marito, ho dovuto impegnarmi doppiamente per vivere”.

Oresta con la figlia Maria Mafalda

Alle tante domande rivolte alla nostra ultracentenaria, quelle di rito: come ha fatto a giungere a questa età, cosa le ha dato la forza, ci dica della sua alimentazione nel corso degli anni.

Oresta risponde con pacatezza: “sono giunta a questa età con la volontà di Dio. La forza di vivere e di fare sacrifici è stata stimolata da mia figlia, ancora oggi vivo con lei. La mia alimentazione è regolare, mangio di tutto, con il piatto di pasta che non deve mai mancare nella giornata e anche qualche dolce che non mi faccio mancare; mi sono sempre alimentata senza problemi, solo con la limitazione delle quantità”.

Alla domanda: non si è voluta più risposare? Zia Oresta risponde: “ne ho avuto di pretendenti, qualcuno si è anche offeso per il mio diniego, ma il ricordo di mio marito e l’amore nei suoi confronti ancora oggi è fervido e vive attraverso mia figlia”.

Possiamo a questo punto  augurare a Orestina tanta serenità, come merita, con l’augurio di poterla ancora rivedere e riabbracciare per festeggiare il prossimo anno il suo 107° compleanno.