di Tonino Atella
La storica chiesa di San Donato a Venafro, ingresso sud della città e che un tempo non lontano era al centro di partecipatissima festa religiosa e civile per celebrare la ricorrenza di San Donato. La sua importanza storica e sociale deriva da un aspetto venafrano assai particolare. Quando Venafro urbanisticamente era tutta racchiusa nel centro storico e non esistevano gli attuali quartieri residenziali di pianura, ossia quando la città o meglio l’allora paese era tutto concentrato tra Castello Pandone e Porta Nova, cioè sino alla metà del secolo scorso, dinanzi a San Donato s’incontravano quotidianamente marito e moglie per consumare un pranzo veloce prima che l’uomo tornasse al lavoro nei campi. Il marito cioè, di solito agricoltore, per guadagnare tempo e rimettersi subito al lavoro non rientrava a pranzo a casa nel centro storico, date le distanze tra gli antichi quartieri e i campi da coltivare, per cui la moglie -cesto in testa col pranzo assai rurale all’interno- lasciava il centro storico e raggiungeva San Donato, situata all’inizio della pianura, dov’era ad attenderla il marito per pranzare assieme, seduti a terra dinanzi o a lato della chiesa. Quindi l’uomo tornava al lavoro sulla terra e la donna, rimessa la cesta in testa, rientrava a casa aspettando il marito per la sera. San Donato oggi? Chiusa da decenni, praticamente abbandonata e coi volatili che l’hanno di fatto assaltata. Si pensi che anni addietro per ripulirla all’interno dallo sterco e dalle carcasse di tali animali morti furono necessari diversi viaggi di camion! In aggiunta a tutto questo, resta da dire che anche la storica scritta sulla parete esterna del luogo di culto -VENAFRO, 222 l/m- è ormai illeggibile, vuoi per un albero privato che la ricopre e vuoi per l’assenza della benché minima manutenzione. Ed allora una doppia sollecitazione conclusiva: al privato perché finalmente poti l’albero in questione in modo da rendere di nuovo leggibile la scritta, al Comune di Venafro o alla Diocesi d’Isernia/Venafro (il luogo di culto in questione appartiene alla parrocchia della Madonna del Rosario della frazione Ceppagna) per una maggiore e più doverosa attenzione verso tale chiesa, per tutto quanto appena scritto importante sotto il profilo religioso, storico e sociale, ed in quanto tale da non abbandonare a se stessa.