L’idea lanciata da Salvini recentemente per salvare dall’oblio totale la regione Molise e il mezzogiorno d’Italia è da prendere in considerazione?
di Pietro Tonti
Permettere ai pensionati che si trasferiscono da noi di percepire la pensione lorda senza ritenute per dieci anni, potrebbe rappresentare la panacea risolutiva dei mali endemici dello spopolamento, della desertificazione e la fuga di giovani e meno giovani al nord e all’estero?
Forse sì e forse no. Da cosa matura lo scetticismo è facile comprenderlo. Salvini, mutuando dal Portogallo in cui da qualche anno il governo ha deciso di catturare la “captatio benevolentiae” di centinaia di pensionati italiani di spessore, vale a dire ex banchieri, ex dirigenti, ma anche ex impiegati che percepiscono una pensione in Italia superiore ai 1.000 euro mensili. In Portugal le ritenute pensionistiche italiane che i quiescenti devono versare allo Stato se le ritrovano mensilmente sul conto corrente al lordo per dieci lunghi anni, ed è una vera pacchia in quanto trattasi spesso di cifre sostanziose.
Ammesso e non concesso che il nuovo governo salviniano/pentastellato riuscisse a legiferare lo stesso sistema per il mezzogiorno e per il Molise, si avrebbe un riscontro positivo di successo come quello portoghese nelle presenze? I ricchi pensionati deciderebbero di trasferirsi da noi o continuerebbero a preferire la calda costa atlantica portoghese?
Siamo sicuri che non basterebbe una iniziativa, se pur lodevole di questo tipo. Da cosa scaturisce questo pensiero refrattario?
In Portugal il costo della vita per una famiglia media è un ottavo dei costi che sostiene una famiglia italiana. Nel paese degli storici colonizzatori, si pagano di media tra elettricità, gas, e tasse comunali massimo 70 euro mensili. Il costo della vita per esempio di un pranzo e una cena luculliana si spendono massimo 10 euro, tutto ben lontano dai costi esagerati della vita corrente nel nostro bel paese. Siamo soffocati di tasse, di costi esagerati per le utenze domestiche, da fitti, gabelle comunali, regionali e statali da far desistere anche gli autoctoni dal restarci, figuriamoci se una semplice erogazione lorda di una pensione, potrebbe sopperire allo stillicidio continuo di prelievi intollerabili per un pensionato da indurlo a scegliere il Molise o il resto del meridione.
Certamente, siamo messi peggio dei portoghesi, qui oltre alle tasse e agli oneri energetici da capogiro, vi sono carenze infrastrutturali e viarie da terzo mondo, una rovina continua e senza capacità di redenzione per i prossimi anni. Il governo portoghese con la crisi del debito sovrano, la recessione e ora la deflazione è stato costretto a legiferare e trovare scappatoie economiche per non morire, pur trasformando questa nazione in una destinazione turistica a basso costo, ha salvato dalla miseria migliaia di persone che pur con un turismo low cost vivono un momento d’oro e possono ben sperare per il futuro, ma noi?
Cerchiamo di essere concreti e non raccontiamoci baggianate bibliche. Bene l’idea salviniana, se questa deve essere salvifica, non può basarsi solo sul lordo di una pensione da erogare per intero agli aventi diritto, a questo sgravio, deve aggiungersi la no tax reale per almeno 10 anni per questi territori martoriati e il pagamento delle utenze di consumo senza tassazione. Solo con tali misure economiche drastiche e necessarie, accompagnate da investimenti a medio e lungo termine sulle infrastrutture viarie potremmo evitare il perpetrarsi di fughe di giovani e spopolamento.
Sarebbe sicuramente meno oneroso per lo Stato non incassare da un Molise povero, da un mezzogiorno storicamente alla canna del gas che rimettere miliardi di euro in idee di sviluppo, fallite tutte miseramente negli ultimi 100 anni.