“Sistema Regionale della Formazione Professionale”, è il titolo della proposta di legge –contraddistinta con il n. 132- presentata dai Consiglieri Micaela Fanelli e Vittorino Facciola.
“La proposta di legge –spiegano i firmatari nella relazione illustrativa- mira in primo luogo a spostare il finanziamento dall’offerta alla domanda, per garantire che le risorse seguano le persone, assicurando così il loro diritto alla libera scelta. A tale scopo è previsto l’assegno formativo (voucher) quale strategia operativa per la gestione trasparente delle risorse e il contenimento della spesa”. “Contemporaneamente – si spiega ancora nel testo di presentazione- si è voluto favorire la crescita di un sistema di offerta
aperto, dove enti privati accreditati potessero competere su un piano di pari dignità per offrire servizi personalizzati. Senza un’offerta ampia e variegata, infatti, la libertà di scelta resterebbe puramente nominale”.
Nel particolare la pdl prevede che la Regione, nel rispetto degli articoli 3 e 117 della Costituzione, disciplini il sistema della formazione professionale, al fine di assicurare ad ognuno opportunità di apprendimento lungo l’arco della vita, favorire la cittadinanza e l’occupabilità delle persone, nonché la competitività del sistema produttivo regionale. Pertanto obiettivo della normativa proposta è quello diperseguire:
a) la centralità della persona, attraverso la realizzazione di azioni volte a garantire la partecipazione e la libertà di scelta dei percorsi formativi e di istruzione, della pari opportunità di accesso ai percorsi, l’innalzamento dei livelli culturali e professionali, nonché la libertà di insegnamento e la valorizzazione delle professioni educative, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative e della parità dei soggetti accreditati che erogano i servizi, la continuità educativa, il raggiungimento del successo
scolastico e formativo, il riconoscimento delle competenze, comunque e dovunque acquisite, l’inserimento, il reinserimento e la permanenza attiva nel mondo del lavoro;
b) la pari dignità dell’istruzione e della formazione professionale, mediante:
I. azioni per sviluppare, nel rispetto delle finalità educative, culturali e professionali proprie di ciascun sistema, l’interazione e il raccordo tra gli stessi e assicurare agli utenti, attraverso il riconoscimento dei crediti formativi, la reversibilità delle scelte e la mobilità orizzontale e verticale tra i diversi percorsi;
II. azioni per valorizzare l’autonomia dei soggetti che operano nelle istituzioni formative accreditate, così come coloro i quali operano nelle istituzioni scolastiche e nelle università, ai sensi delle disposizioni vigenti;
c) la differenziazione e la pluralità delle offerte e delle metodologie formative, per offrire opportunità di formazione adeguate ai fabbisogni di giovani, con particolare attenzione alla domanda formativa più debole e per rispondere alle caratteristiche personali e ai diversi stili di apprendimento degli utenti;
d) il collegamento delle politiche dell’istruzione e della formazione con le politiche di sviluppo produttivo e del lavoro, mediante la partecipazione all’azione di programmazione, attraverso il contributo degli enti locali, delle parti sociali, dei soggetti coinvolti nei processi di istruzione e formazione professionale, delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie, delle istituzioni formative accreditate, degli enti del terzo settore.
La proposta di legge passa ora all’esame della Commissione permanente competente, per poi giungere all’attenzione del Consiglio regionale per le determinazioni conclusive.