di Pietro Tonti

Ed eccoci al post evento romano della protesta contro l’applicazione scellerata della legge Balduzzi in sanità per il Molise regione e, non al quartierino di Roma, come recita Emilio Izzo, l’organizzatore a capo dei movimenti civici di protesta in Piazza di Montecitorio.

Le 400 anime molisane scevre – la maggioranza – da condizionamenti politici, con una piccola delegazione PD, hanno aderito oggi alla protesta per far comprendere che prima della legge viene il buon senso e il rispetto dei cittadini nel bene primario: la salute. L’assistenza sanitaria deve essere garantita in base all’orografia della regione; in base alle distanze dai presidi ospedalieri, tenendo in considerazione anche le vie di comunicazione disastrate come la stessa sanità in nostro possesso. Una scelta di un Piano Operativo  Sanitario  quindi, non affidato alla mera legge dei numeri, come si vorrebbe farlo passare dai Commissari Giustini e Grossi.

Ottima, partecipata, la manifestazione odierna, con l’audizione in un tavolo con Massimo Paolucci, capo segreteria del ministro per la Salute Roberto Speranza. Ed è proprio la speranza ultima a morire per la nostra sanità, posta nelle mani dei comitati civici che oggi hanno ottenuto l’ascolto delle istanze dei molisani per invertire le regole legislative dei numeri sul citato decreto che prevede un unico ospedale a Campobasso, il cosiddetto Hub e due spok, ospedali minori, depotenziati a Isernia e Termoli, oltre ad un ospedale di area disagiata, quello di Agnone.

La deroga a questo decreto che per il Molise è inappropriato e invalidante, sarà attivata? Fino ad oggi parrebbe che la politica a tutti i livelli abbia fallito, prendendo sotto gamba la situazione, accettando di buon grado quello che per legge è stato imposto, se pur non entrando nel merito, in quanto il POS appare segretato nei particolari dai commissari e dal tavolo tecnico romano.

Poniamoci alcune riflessioni sacrosante, dopo la distruzione già ampiamente realizzata della sanità negli ultimi anni, con la chiusura degli ospedali di Venafro e Larino, il depotenziamento di Isernia, Termoli e Agnone, cosa potrebbe invertire la  tendenza affinchè si possano ripristinare reparti e ospedali oramai svuotati?

La deroga al decreto Balduzzi ora che è quasi tutto compiuto, avrà investimenti adeguati in una regione con un disavanzo accertato in sanità?

Bisognerebbe investire e in sanità si continua a tagliare reparti e strutture periferiche. Bisognerebbe convincere primari e medici a venire nel Molise e riempire i reparti, ma chi vuole venire nel Molise? Nemmeno i medici molisani, in quanto la maggioranza dei professionisti della sanità preferiscono fare carriera negli ospedali metropolitani, dove ci sono università riconosciute e aspettative di crescita professionale.

In queste perplessità vi è un altro tema che fa riflettere al termine di una giornata storica di protesta: dove erano e dove sono i nostri parlamentari eletti per tutelare i molisani?

Deputati e senatori pentastellati che si sono ben guardati da mettere il becco nelle decisioni commissariali, evitando di essere presenti oggi a Roma tra i manifestanti.

In un assordante silenzio dei nostri rappresentati eletti, ascoltare dalla voce di un signore senza titoli, un cittadino comune, Emilio Izzo, il quale dal Capo Gabinetto del Ministro della Salute, strappa la volontà di interessarsi al Molise. Il braccio destro del Ministro  fa intendere che ancora esiste uno spiraglio per invertire il disastro sanitario in corso, appare straordinariamente surreale.

Amici lettori, questo è il tonfo della politica, l’inutilità della rappresentanza parlamentare regionale a Roma. Il signor nessuno che conta più delle istituzioni e porta in piazza romana 400 manifestanti, tra chi ha ostacolato, sempre per ragioni di partito la protesta e chi guarda con il fumo negli occhi chi si erge a paladino dei diritti dei molisani.

Riprovevole è la parola adatta a questa circostanza. Tanti molisani ancora sono con l’anello al naso, in tanti invece si stanno svegliando da quel torpore atavico che li ha caratterizzati fino a ieri per la bassa reattività sociale. E’ tempo di far valere il buon senso, sulla politica, sui partiti, sugli inciuci di palazzo.

E’ ora di agire ed avere le garanzie di una sanità vicina alle esigenze della popolazione. Mai citazione fu più appropriata di quella dell’antropologa statunitense e scrittrice Margaret Mead:  “non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.”