Erronea interpretazione dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria che disapplicano i DPCM

Il Presidente della Camera Penale di Isernia Avv. Francesco La Cava fa chiarezza, attraverso un comunicato sull’annullamanto delle ammende derivanti dai DPCM emessi dal Governo Conte.

<<La Sesta Sezione Civile del Tribunale di Roma, ha emesso un’ordinanza (la n. 45986/2020 R.G) lo scorso 16 dicembre. Circa una settimana dopo, la notizia è stata ripresa da diversi organi di stampa perché tale ordinanza avrebbe a che fare con i DPCM firmati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Secondo le ricostruzioni di alcuni giornali, i DPCM sarebbero illegittimi e “di dubbia costituzionalità“.

La realtà, però, è diversa in quanto il Tribunale di Roma, così come altri Giudici della Repubblica, non stanno dichiarando l’illegittimità Costituzionale dei DPCM ma, in alcune cause avente ad oggetto conseguenza derivanti dalle disposizioni impartite con DPCM, li stanno disapplicando, perché hanno limitato diritti fondamentali previsti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali.

Sul piano normativo, il potere di disapplicazione viene ricavato dalla lettura “a contrario” dell’art. 5 della legge n. 2248 del 1865 «… le autorità giudiziarie applicheranno gli atti amministrativi ed i regolamenti generali e locali in quanto siano conformi a legge»; nonché dalla più recente norma di cui all’art. 63, comma 1, del d.lgs. 165/01, che conferisce al giudice ordinario il potere esplicito di disapplicare gli atti amministrativi contrari a legge ordinaria o Costituzionale.

Ancora: il DPCM è un atto amministrativo e per questo non deve essere sottoposto al vaglio del Presidente della Repubblica, quindi non può essere giudicato dalla Corte Costituzionale, ma è lo stesso Giudice Ordinario, quindi anche quello di Pace, che può non applicarlo se lo ritiene contrario a legge anche Costituzionale, così come si sta verificando>>.