di Pietro Tonti

In un momento così drammatico per la sanità e l’economia della nostra regione, giunti quasi alla fine di questo tormentato 2020, vorremmo andare oltre l’augurio di serene festività e proiettarci in un futuro ove il Molise possa avere quel rilancio di cui si sente la necessità in tutti i settori.

Vorremmo una sanità pubblica equiparata a quella privata efficiente ed efficace nelle cure, senza quei debiti che hanno compromesso una pianificazione ottimale dell’organizzazione sanitaria negli ultimi anni.

Vorremmo una strada a quattro corsie Tirreno/Adriatico che possa ridurre sensibilmente i tempi di spostamento e una ferrovia adeguata ai tempi. Soprattutto, vorremmo che i nostri figli che studiano fuori regione, dopo la laurea, la magistrale e alcuni anni di esperienza all’estero, possano tornare un giorno nella loro terra creando quelle opportunità lavorative che oggi non esistono.

Ci piacerebbe immaginare il Molise come una Silicon Valley d’Italia, con le menti dei giovani molisani stimolate nel trovare il giusto humus per sviluppare le loro idee e aspettative nel settore informatico e dare lavoro a migliaia di persone.

Ci piacerebbe una visitazione turistica, consorzi e cooperative che individuino un target ben specifico per l’ospitalità e sfruttando le peculiarità dei nostri luoghi, sviluppino una nuova forma di reddito per tutti.

Ci piacerebbe immaginare un futuro in controtendenza rispetto all’attuale spopolamento dei nostri piccoli centri, a quella desertificazione che pesa come una ipoteca sul presente di tutti i molisani.

Ci piacerebbe osservare la nascita di facoltà universitarie in ogni comune molisano con più di 2000 abitanti, tante piccole accoglienti “Urbino” che abbiano in serbo il lavoro certo per ogni studente al termine degli studi.

Ci piacerebbe vedere tranquillità negli occhi dei nostri anziani con cooperative e RSA nei centri storici dei loro paesi natii, seguiti e assistiti nelle loro case.

Ci piacerebbe osservare il bene collettivo in ogni sua forma nel post covid con la consapevolezza che siamo pochi e possiamo fare la differenza, aggregati o meno ad una macro regione.

Siamo molisani, orgogliosi di esserlo e di traghettare questa nostra terra verso un futuro radioso. Queste le nostra pretese, non il nostro augurio.