CAMPOBASSO. Passaggio di consegne tra  il Governatore della Regione uscente Paolo di Laura Frattura e il candidato Presidente Carlo Veneziale.

La presentazione della Lista del PD è il simbolo della ritrovata unità di intenti su una persona di tutta la coalizione di centrosinistra. Paolo Frattura ha celebrato con dovizia di complimenti nella direzione del suo sostituto, Carlo Veneziale, un momento storico di transito tra il vecchio e nuovo. Tra l’azione amministrativa del governo uscente e le premesse di continuità su basi solide gettate in cinque anni di amministrazione regionale, non compresa dai cittadini, ma effettivamente portata avanti con sacrifici e strenuamente, per offrire ai molisani una regione migliore proiettata nel futuro. A questo punto non può il centrosinistra esimersi dall’esprimere a Frattura un chiaro compiacimento per un atto che esprime una volontà di intenti che travalica i personalismi e mira ad ottenere il massimo risultato. Il galantuomo Paolo Frattura, ha preparato un terreno fertile, a dispetto di tutte le dicerie, le informazioni contrarie, spesso strumentali, per un rilancio globale di questa regione. Ha posto paletti e risanato i debiti in sanità: ridotto e tagliato, apparendo impopolare, ma con scelte necessarie a fermare il disastroso andamento di una realtà economica alla deriva da anni. Lo si accusa di aver saldato illegittimamente i debiti pregressi della sanità privata, ma aveva ragione- sancita recentemente anche dalla sentenza del Tar Molise –  a non protrarre più a lungo un debito che sarebbe risultato sempre più gravoso per le casse regionali. Lo si accusa di aver dato più spazio alla sanità privata che a quella pubblica, mentre realmente su un bilancio ereditato di 500 mln di euro per le strutture private ne erano destinati 127. Oggi su un bilancio in sanità di 580 mln, ai privati ne vanno 112. In questi cinque anni ha posto un blocco all’assistenzialismo ad oltranza delle filiere produttive, garantite illegittimamente dalla Regione Molise con il Governo Iorio. Ha promosso l’Area di Crisi Complessa industriale, necessaria a rilanciare le principali filiere del tessile, avicola e metalmeccanica. Ha promosso innumerevoli progetti approvati e saldati alle unità locali molisane, testimoniate dalla vicinanza al governatore di oltre 300 amministratori nella prima riunione pre elettorale. Il Signore Frattura ha dimostrato di non essere attaccato alla poltrona, di non avere a cuore per se il futuro politico, infatti si è posto lontano da una comunicazione efficace di protezione della sua azione amministrativa, bersaglio mobile in ogni suo agire per cinque anni, non preoccupandosi minimamente di apparire sgradito, pronto nel momento pre elettorale a fare un passo indietro, prima in favore di Antonio Di Pietro, oggi facendosi da parte in nome dell’unità del centrosinistra sulla figura di Carlo Veneziale. Paolo Frattura, un presidente che col senno di poi sarà ricordato tra qualche anno come il paladino del cambiamento, dell’azzeramento degli inciuci e delle illegittimità amministrative a favore delle regole. Chi subentrerà alla guida di questa regione, troverà un campo arato, dissodato, pronto per la semina e la rinascita di un Molise produttivo negli ambiti più eterogenei di cui il governo Frattura è stato l’Attila positivo, il chirurgo oncologo di mali endemici del Molise. Ha reciso le radici dell’assistenzialismo, dello scambio di voti per il lavoro; di quei bacini imbriferi della Gam, della Ittierre, dello Zuccherificio del Molise, improduttivi carrozzoni trascinati solo dall’inerzia di garanzie fallaci e incostituzionali, anime pulsanti del bisogno di consensi elettorali per mantenere il feudale potere costituito dei soliti noti. Si, qualcuno afferma, si è comportato da ragioniere, non ha concesso nulla a nessuno, ha solo tagliato. Una verità è innegabile, chiunque amministratore di vertice, nell’ultimo lustro avesse ereditato il disastro regione Molise, si sarebbe ritrovato ad affrontare una scelta, o perpetrare nel disastro ereditato dai governi precedenti, o mettere la parola fine al flagello di sempre. Frattura ha scelto la via più tortuosa, quella necessaria a far uscire dall’impasse questa regione e ha lavorato fino alla fine del suo mandato con questo intento.

Questa la squadra dei Dem che affronterà le prossime consultazioni del 22 aprile:

PARTITO DEMOCRATICO

  1. FANELLI Micaela
  2. CHIMISSO Maria Concetta
  3. FACCIOLLA Vittorino
  4. LOMBARDI Francesco
  5. GIAMMARIA Carla
  6. SARACINO Anna Michelina
  7. CERIO Pasquale
  8. IZZI Claudio
  9. LALLI Carmela
  10. MARCANTONIO Pasquale
  11. SARDELLI Sergio
  12. COROMANO Luca
  13. MAZZA Vanda
  14. PRIMIANO Francesca
  15. PALOMBO Maria Teresa
  16. DI STEFANO Mariarosaria
  17. GIULIANO Pasquale
  18. SARACINO Andrea
  19. BERTONE Enzo
  20. Di MARTINO Giuseppe

Squadra dem quasi totalmente rinnovata, con una presenza di 9 donne su 20 candidati, oltre che diversi amministratori comunali e candidati di tutte le zone del Molise, che non si sono fatti da parte dopo la scelta di Veneziale, riconfermando l’appoggio personale al PD. Il segretario regionale Micaela Fanelli, dimissionaria come tutta la classe dirigente del partito, avvierà  la fase congressuale  il 21 aprile, per individuare il nuovo direttivo regionale. L’assessore alle Politiche agricole Vittorino Facciolla è della partita,  ha evidenziato  un risultato appena raggiunto: l’impegno del 93,4% delle risorse del Psr, col Molise che insieme alla Sicilia è l’unica regione a non rischiare un taglio dei finanziamenti. “L’esperienza degli ultimi cinque anni e qualche scelta anche impopolare – ha affermato Facciolla – ci consentono di pensare ora al Molise come a una regione normale”.