I precari dell’Asrem appartenenti ai profili tecnici ed amministrativi riprendono a sperare per riesame ed integrazione degli atti relativi al processo della loro stabilizzazione. In effetti la speranza di tanti ad un impiego stabile ed a tempo indeterminato ha ripreso vigore dopo l’inversione di rotta messa in atto nel merito dal neo Presidente della Giunta Regionale, Toma.
Ma veniamo a quanto hanno diramato gli ex lavoratori dell’Asrem : “Con un atto di sollecito gli ex lavoratori Asrem -scrive la categoria in questione- che per anni avevano prestato le loro attività presso l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise con contratti di collaborazione continuativa coordinata o a progetto, hanno chiesto il riesame e l’integrazione degli atti relativi al loro processo di stabilizzazione, stante la possibilità dell’estensione dei benefici della Legge Madia in loro favore. Il precedente governo regionale aveva limitato il processo di stabilizzazione alle figure mediche e sanitarie e alle sole figure tecniche ed amministrative degli enti strumentali del sistema regione Molise, escludendo di fatto quelle figure che avevano svolto la loro attività nell’azienda sanitaria. Ossia … oltre al danno, la beffa ! Gli estensori della presente nota lamentano che nonostante la professionalità, la continuità lavorativa, la costanza messa nel lavoro, hanno finora ricevuto solo false promesse e mai risposte concrete.
La riforma sanitaria ha finalmente aperto una finestra sul precariato, subordinandone l’attuazione ad atti della regione, atti però che in Molise sono stati adottati a macchia di leopardo, privilegiando taluni e trascurando altri. Oggi finalmente la riforma sanitaria impedisce nuove forme di precariato, se non stabilizzati i vecchi precari. E’ auspicabile perciò un impegno concreto del nuovo Governo regionale e dell’Asrem a rispettare il lavoro di tutti ed in primo luogo di chi per anni ha svolto la propria attività in favore dell’istituzione sanitaria pubblica in una condizione di provvisorietà, perché possano tornare a lavorare con la passione e l’orgoglio di appartenere alla propria regione, ma soprattutto per vedere restituita loro la dignità di lavoratori, consentendogli d spendere la personale professionalità a vantaggio della propria terra, senza atavici rinvii troppe volte sentiti e troppe volte sofferti !”.
Tonino Atella