Politiche attive e Centri per l’Impiego,

Boccardo: “Urge una revisione del sistema regionale e la riorganizzazione degli uffici”

 

“E’ da mesi che attendiamo una convocazione dall’Assessorato al Lavoro per discutere della riorganizzazione dei Centri per l’Impiego regionali e delle varie questioni che interessano tali uffici, che saranno letteralmente presi d’assalto nelle settimane a venire, non appena (ci auguriamo) tornino ad essere aperti al pubblico.

Oggi ci rivolgiamo alla nuova Assessora al Lavoro, alla quale come UILFPL e UILTEMP regionali abbiamo fatto richiesta di incontro, confidando nella sua sensibilità nel sociale e nel mondo del lavoro, sperando ci riceva al più presto.

Così la Segretaria generale della UIL, che si occupa direttamente anche di Enti locali.

Purtroppo il Molise, allo stato attuale, è particolarmente indietro nel piano di rafforzamento dei CPI in quanto non ha neppure avviato la prima fase, mentre in altre regioni hanno addirittura terminato le procedure concorsuali a inizio anno.

Da noi prima occorre una forte innovazione della strumentazione tecnica, digitale e tecnologica, dopodiché serve ridefinire la questione legata al capitale umano.

Dunque, una pianificazione è necessaria, procedendo alle stabilizzazioni dovute da anni ai precari e parallelamente alle nuove assunzioni previste dal piano del Governo, strutturando un sistema integrato in rete sul territorio e che si faccia carico dei disoccupati e dei lavoratori fragili, accompagnandoli e sostenendoli nel loro percorso di ricerca di nuova occupazione, di riqualificazione e di formazione, proprio in un momento così difficile.

E poi, prosegue la sindacalista,  serve utilizzare meglio i navigator presenti negli uffici, professionisti non ancora integrati a pieno nelle attività dei CPI, sulle quali potrebbero fornire un’assistenza davvero importante e strategica, ancor di più rispetto a quanto stanno già facendo nel contatto con i beneficiari del reddito di cittadinanza e nel lavoro con le imprese del territorio riguardo alla ricerca di opportunità lavorative.

Questa dell’incrocio domanda/offerta  è una priorità assoluta per il nostro territorio

in cui sono già tanti, troppi, che prima e durante la pandemia hanno perso il posto di lavoro o lo perderanno alla scadenza del blocco dei licenziamenti.

A tal proposito proprio la UIL, insieme a CGIL e CISL ha chiesto la proroga del blocco dei licenziamenti in scadenza a giugno prossimo, e una rapida riforma degli  ammortizzatori sociali che urge dinanzi a uno scenario così complicato.

 Secondo una nostra previsione su base regionale,  solo 1/3 dei lavoratori fruitori di ammortizzatori conserverà  il proprio  posto di lavoro nel 2021 e dovremmo aspettare mesi per tornare ai livelli occupazionali pre-covid.

Però sappiamo che ingenti economie andranno a finire nel sistema degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive e non possiamo permetterci in Molise di tentennare e non farci trovare pronti con un progetto serio e articolato.

 Per questo serve una programmazione concreta ed attuabile in tempi brevi, servono  nuovi e qualificati investimenti  a sostegno dello sviluppo sostenibile e delle fasce deboli della popolazione e siamo convinti che tanto si potrà fare per il Molise ora che le risorse per noi sono triplicate rispetto al passato, dunque non possiamo ancora assistere e sopportare una politica senza un’anima, prima che senza idee.

Facciamo si che già nei prossimi incontri bilaterali annunciati dal Ministro Orlando con le regioni,  il Molise si faccia trovare con poche ma qualificate idee, percorribili e misurabili in termini di risultato.

Purtroppo tutti i numeri che abbiamo sono negativi, con indici preoccupanti rispetto a disoccupati, neet, utilizzo di ammortizzatori sociali, previsioni di licenziamenti.

Non potremmo dire che non ce lo aspettavamo, se un ulteriore disastro sociale ed economico si verificherà.

 E l’ultimo campanello di allarme ci arriva proprio dai dati sui residenti, che suona in maniera preoccupante e che vede altre centinaia di giovani che hanno lasciato la nostra terra.

Dunque, conclude Boccardo, se vogliamo frenare questa emorragia l’unica strada su cui puntare è il mantenimento dei livelli occupazionali e la nascita di nuove opportunità, attraverso un sistema di politiche attive pensato, strutturato, efficiente.”