Gli otto licenziamenti paventati dalla SEAC di Campobasso si traducono nel dramma sociale di famiglie che rimangono in mezzo alla strada e in disagi per il taglio a servizi di trasporto che invece dovrebbero potenziarsi e perciò vanno assolutamente impediti.
Tutto nascerebbe dal taglio del 10% del fondo trasporti servizi minimi per i comuni, che la regione Molise ha disposto con la Legge n.7/2017 rideterminandolo in € 635.346. Ciò significa che il fondo precedente era di € 705.940 e che il taglio è di euro 70.594: dunque ci sia consentito chiedere come sia possibile che la Regione non trovi 70.594 euro al fine di evitare questo macello mentre impiega ingenti risorse per sprechi utili solo a padroni e apparati dirigenziali fiduciari, cioè alla parte agiata della società – si potrebbe fare l’elenco dei casi solo ripercorrendo le cronache locali, a partite dai 4 milioni di euro per i soli progettisti dell’inutile e dannosa mega opera del “lotto zero” -.
Sotto questo profilo, oltre alle finanziarie antisociali del governo centrale con cui si tagliano servizi essenziali per trasferire risorse alle cricche bancarie e capitalistiche (coperte dalla campagna antimigranti che dirotta la rabbia sociale verso falsi obiettivi), le giunte borghesi di Regione ed enti locali del Molise, di ogni colore, ci aggiungono del loro, da bravi epigoni delle inique politiche centrali.
E in ogni caso ci si chiede: è ragionevole che a fronte di un taglio del 10% di contributi pubblici, l’azienda privata concessionaria si arroga il diritto di licenziare otto lavoratori e di tagliare il servizio essenziale ? I conti non tornano, ed ecco perché il PCL insiste affinché i lavoratori abbiano un controllo sulla gestione aziendale e sui libri contabili.
Né si vede perché le masse molisane debbano continuare a subire la privatizzazione totale del trasporto pubblico, essendo il fine dei concessionari solo il profitto, tanto più a fronte di ingenti fondi pubblici da essi intascati, aggiunti a tariffe sempre più salate pretese dagli utenti, ed a fronte del paradossale taglio di servizi, salari e occupazione nel settore.
Perciò, ferma restando la priorità immediata di porre in essere tutte le azioni di pressione e di lotta, le più radicali, nei confronti della SEAC, del Comune di Campobasso e della Regione per impedire gli otto licenziamenti e il taglio del servizio, è giunto il momento di legare queste battaglie immediate ad una prospettiva di lotta più ampia.
Iniziare a rivendicare un nuovo piano dei trasporti ribaltando l’attuale assetto totalmente privatizzato, a partire dalla revoca delle concessioni alle aziende private che licenziano e tagliano i servizi
- regionalizzazione totale del servizio di trasporto pubblico, con un’unica azienda pubblica regionale sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti, gestita non più per il profitto di pochi, ma con il criterio dell’utilizzo ottimale delle risorse in funzione delle reali esigenze popolari;
- stanziare le risorse necessarie al fabbisogno territoriale documentato – a partire da quello essenziale oggi molto intaccato – con azioni rivendicative presso il Governo centrale, oltre che tra Regione, Province e Comuni;
- elaborare politiche tariffarie di agevolazioni ed esenzioni per disoccupati, diversamente abili, studenti non agiati, precari, sino ai lavoratori e pensionati con reddito insufficiente o appena sufficiente per la vita quotidiana.
Anche queste iniziative servono ad aprire la breccia ancora più in prospettiva, per un governo regionale dei lavoratori, unico in grado di provvedere alla regionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, delle aziende di trasporto, a partire da quelle che tagliano e licenziano, ponendo al centro le esigenze delle persone a cui un servizio deve essere volto.
08/10/2017 P.C.L. MOLISE