Un’altra tegola per gli allevatori e agricoltori molisani dell’area del Matese, oltre ai cinghiali, agli aumenti di foraggi e la gestione sempre più difficile per mandare avanti le proprie aziende, ecco che un qualcosa di inaspettato preoccupa le imprese.

Il Parco del Matese che dovrebbe esaltare un po’ tutta la popolazione molisana, dopo anni di sforzi congiunti per costituirlo e ancora si lavora per renderlo efficace, cela un vulnus pericoloso proprio per chi su quell’area da sempre impiega i terreni per coltivarli e li utilizza come pascolo per gli animali da allevamento.

Il Comitato spontaneo di agricoltori e allevatori del Matese sollevano un problema di non poco conto. La nuova perimetrazione  del parco, li priverà di migliaia di ettari destinati alle loro disponibilità. Come faremo ad andare avanti? Terreni che saranno circoscritti e utilizzati come protezione degli animali selvatici e noi saremo costretti a chiudere le nostre aziende, affermano gli allevatori .

E solo pochi giorni fa dalla regione Molise si è ritornati a discutere e sollecitare le istituzioni per completare l’iter amministrativo per la costituzione del Parco, raccolta dal deputato PD Borghi che ha depositato un’interrogazione al Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, illustrando il percorso fino ad oggi intrapreso per la costituzione del Parco del Matese, chiedendo di attivare in via definitiva la sua realizzazione con la perimetrazione e la nomina del comitato di gestione.

Da un lato la politica vuole fare bella figura stimolando le istituzioni nazionali affinchè si realizzi il parco, d’altro canto si sono ignorate fino ad oggi le esigenze di chi vive su quell’area e da sostentamento alle famiglie con il lavoro quotidiano.

Vi è l’esigenza di un giusto compromesso, tra la vocazione del parco verso il turismo e l’ospitalità, mentre non si può distruggere l’esistente, mandare al fallimento decine di famiglie che su quell’area indicata per il parco, destinano i loro sforzi per sopravvivere tra semina per i foraggi e il pascolo che saranno assolutamente vietati dopo l’approvazione da parte del Governo della richiesta perimetrazione.

Sollecitare la regione Molise su questo tema è fondamentale, ma c’è da chiedersi se già questo problema è stato esaminato da chi ha stabilito la perimetrazione e se gli allevatori e agricoltori del Matese, sono stati già designati come sacrificabili al grande progetto congiunto Molisano Campano. Se così fosse, sarebbe grave senza avere provveduto a offrire a chi su questa terra vive e lavora, un’alternativa soddisfacente.