L’Ordine regionale dei Giornalisti del Molise esprime solidarietà ai colleghi delle redazioni giornalistiche molisane che in queste ore stanno ricevendo le lettere di interruzione del rapporto di lavoro o di riduzione del salario in virtù di una crisi aziendale.
Una situazione drammatica che, purtroppo, interessa la quasi totalità delle realtà editoriali molisane e che in passato ha prodotto la chiusura di intere redazioni giornalistiche, con la perdita di decine di posti di lavoro.
Con l’auspicio che non si verifichi quanto accaduto nel recente passato, non possiamo non sostenere come l’attuale situazione sia paradossale, alla luce degli sforzi fatti, anche da parte di questo Ordine professionale, per poter avere uno strumento legislativo idoneo a favorire l’occupazione dei giornalisti, la loro stabilizzazione attraverso la conversione di contratti di natura autonoma.
La legge regionale 11/2015, per il momento, non ha ancora prodotto gli effetti desiderati dalle parti in campo, intervenuti nei vari tavoli tecnici convocati nella fase preliminare all’approvazione dell’aula, mostrando anche taluni limiti che più volte avevamo rimarcato agli organi preposti.
Dobbiamo purtroppo riscontrare che a 10 mesi dalla chiusura del primo bando (25 marzo 2016), nessuna impresa editoriale partecipante ha ricevuto quanto stabilito dalla graduatoria stilata dal Corecom. Una situazione gravissima che non può che avere ricadute pesantissime sulle imprese e sugli stessi lavoratori.
Per questi motivi, ribadendo la piena vicinanza ai colleghi interessati, chiediamo che la Regione Molise sblocchi da subito i fondi messi a bilancio per la legge 11/2015, provvedendo ad erogare immediatamente le somme stabilite per singola azienda.
Nel contempo chiediamo con urgenza all’attuale Consiglio regionale, in queste ore alle prese con l’approvazione del Bilancio e della Legge di stabilità, di adottare delle modifiche urgenti alla Legge 11/2015, affinché ci siano maggiori tutele nei confronti dei lavoratori giornalisti di tutte le redazioni molisane, minori tentativi di mettere in secondo piano l’occupazione, riconoscendo all’intera categoria molisana gli stessi diritti che nel passato, altri settori produttivi della regione, hanno visto riconosciuti.