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Il Molise dà segnali di ripresa, ma si conferma, anche per il I trimestre 2017, un territorio contraddistinto da una bassa partecipazione al lavoro. Il tasso di attività scende al 55,7%, in calo di mezzo punto rispetto al I trimestre 2016. Cresce un po’ il tasso di occupazione, ma resta più basso di 7 punti rispetto a quello registrato mediamente nelle altre regioni del Paese.
Aumentano gli occupati. Secondo i dati Istat elaborati dall’Aps M.Ciancaglini della CISL, da gennaio a marzo crescono gli addetti nei servizi, nell’edilizia ed in agricoltura, che stanno cercando di rispondere positivamente ai colpi della crisi. Si è fermata invece la spinta occupazionale dell’industria.
Nel I trimestre 2017, il tasso di disoccupazione si attesta al 15,2%, valore superiore al dato medio dell’Italia (12,1%), decisamente superiore al tasso registrato nel 2016 (12,9%). Sono 3 mila persone in più, che nei primi tre mesi del 2017, si sono messe alla ricerca di un lavoro.
Eppure, secondo l’osservatorio sul precariato dell’Inps, nei primi mesi di quest’anno il mercato del lavoro molisano manda segnali incoraggianti: tra gennaio e maggio sono aumentate le assunzioni sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. Un andamento molto positivo, che si rafforza con il calo del numero dei licenziamenti.
Nella prima parte dell’anno, mentre il resto del Paese continua ad esportare prodotti all’estero, le due province molisane hanno avuto una battuta d’arresto. Nel complesso, rispetto al valore pre-crisi, le esportazioni non sono più in crescita nonostante i buoni segnali del 2016. Il Molise, considerato il totale delle esportazioni, soffre dopo il recente exploit dell’anno scorso, registrando una variazione decisamente negativa (-53,4%) e conferma una bassa propensione all’export (8,3%) .
La composizione settoriale dell’export manifatturiero ha visto un incremento dei prodotti alimentari. Sono in diminuzione le esportazioni dei prodotti tessili ed abbigliamento, energetici e gli articoli farmaceutici e chimici, a cui agli inizi di quest’anno si sono aggiunti gli andamenti negativi delle esportazioni del settore dei mezzi di trasporto e della meccanica.
Il tessuto produttivo non è ancora in grado di offrire valide alternative per la soluzione della crisi, ma manda comunque segnali incoraggianti per lo sviluppo regionale: crescono le imprese, sia a Campobasso che a Isernia, ad un ritmo superiore alla media italiana. Particolarmente attive si rivelano le imprese femminili, che nel I trimestre 2017 salgono a 9.853 unità, valore che rappresenta il 28,11% di tutte le imprese.
Un altro segnale positivo traspare anche dai dati sul numero dei fallimenti, che scendono nel primo mesi dell’anno. In Italia sono attive 6.880 start-up innovative di cui il 23,4% è concentrato nel Mezzogiorno ma in Molise ce ne sono pochissime (solo 33), anche se il trend è molto positivo rispetto all’anno precedente (+65%).
Siamo in attesa di vedere le risultanze dei primi bandi usciti in regione, e quali effetti produrranno in termini di investimenti e occupazione. Va espressa una nota di soddisfazione per l’emendamento passato ieri in Senato che permette finalmente di proseguire la Cassa Integrazione per la GAM al fine di fare andare a regime l’investimento di Amadori.
Come CISL continueremo ad essere vigili e dare il nostro contributo per favorire al meglio il rilancio dei settori produttivi nella nostra regione.