Un ricordo indelebile nella mia mente, era l’estate del 1976, il nostro punto di ritrovo era il muretto della centralissima villa dedicata all’Architetto Berardino Musenga a Campobasso, meglio conosciuta come villa dei Cannoni: Da lontano intravidi un ragazzo della mia età che camminava da solo a passo svelto sul corso antistante la villa, ogni sette  passi un insulto, la parola era sempre la stessa, volgare, alludeva all’omosessualità del ragazzo, “ricchiò”  e contemporaneamente un ghigno beffardo animava  il volto di chi la usava e dei suoi “amici”.  Qualche giorno dopo rividi il ragazzo  con un mia amica, colsi a volo l’occasione e mi fermai con loro a parlare come per rafforzare in quel momento che il “ricchiò” non era solo, non era “il diverso”. Ricordo molto bene, come ricordano i mie amici di allora e di oggi, che quell’estate andai in vacanza con quel ragazzo, andammo in Sardegna e fu una bellissima vacanza. Nacque un’amicizia che durò negli anni. Una mangiati di anni dopo, a Campobasso, io e due amici aprimmo nell’1984 il primo locale serale un Pub, “la paninoteca Poldo” a ruota segui  il “city label” quando chiudevamo i nostri locali a notte fonda, spessissimo ci si ritrovava tutti insieme, con quel ragazzo del 76 con i suoi e i nostri amici omosessuali, con la naturalezza di chi si sceglie per affinità intellettive non per  convenzione sociale.

 Nicola Lanza Laboratrio Progressista