Nel corso degli ultimi anni le stringenti leggi europee non hanno permesso lo stanziamento di grandi fondi su un segmento emergente di grande pregio sia dal punto di vista ecologico che produttivo, quello dell’apicoltura in Italia.

Segmento nelle mani di migliaia di apicoltori e decine di associazioni che lottano nel quotidiano  le molteplici criticità non solo economiche, ma soprattutto per le innumerevoli problematiche legate alla lotta ai parassiti degli alveari, in primis  la Varroa.

Nel Molise per chi vuole investire in questa attività, in cui con un medio investimento, si possono trarre ottimi profitti per il sostentamento familiare, fino ad oggi non ha avuto grandi attenzioni e interessi preminenti negli stanziamenti destinati all’ agricoltura. Si è relegata questa attività a minoritaria rispetto alle grandi imprese e allevamenti. Ieri la riprogrammazione dei fondi PSR per l’agricoltura in consiglio regionale è stata oggetto di un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Primiani, Nola, Greco e De Chirico, proprio sui “Nuovi fondi per l’apicoltura – riprogrammazione PSR”.

Ha presentato il provvedimento il primo firmatario Angelo Primiani, è intervenuto per dichiarazione di voto il Presidente della Regione Toma. Nello specifico con l’atto di indirizzo approvato, il Consiglio rileva, in premessa, tra le altre cose, come fino ad oggi i PSR hanno sempre svantaggiato gli apicoltori molisani a causa dei criteri di accesso previsti: dal 2013, infatti, gli apicoltori dovevano avere almeno 200 alveari a causa di una Produzione Standard (PS) di 44€/alveare.

La Comunità Europea, ha poi, rimodulato tali criteri, portando gli alveari a 70 unità per l’accesso ai bandi, e aumentato il PS di un’arnia a 143€/ad alveare per il Molise. Viene evidenziato, inoltre, che se un apicoltore con partita IVA vuole accedere ad un PSR in Molise deve trasformare la sua azienda apistica in azienda agricola con terreni (3 ettari).

L’Assemblea, quindi, considerando che il rispetto di tali criteri non rende l’attività di apicoltura competitiva, rappresentandone, anzi un limite alla crescita aziendale, impegna il Presidente della Regione a valutare e fare proprie le considerazioni espresse nella premessa dell’atto di indirizzo stesso.

Con un limite così stringente a minimo 3 ettari, si tagliano le gambe per l’accesso al credito ai piccoli produttori e alle nuove iniziative imprenditoriali.

Nel Molise fino ad oggi gli apicoltori pur in incremento, non hanno goduto di quell’accesso ad agevolazioni e fondi adeguati, finalizzati ad aumentare la produzione per poter vivere e sostenersi solo con i proventi di questo settore.