di Pietro Tonti
E’ un appello lanciato per essere accolto nel Molise, da quanti si riscontrino nelle seguenti riflessioni e dichiarazioni di un noto commerciante molisano, al fine di produrre un documento comune e rivolgersi alle istituzioni con determinazione al fine di chiedere un condono tombale per le tasse impossibili da pagare per la stragrande maggioranza di piccoli artigiani, commercianti, professionisti e anche medie aziende.
Mi appello ai principi dello stato di necessità e della capacità contributiva proporzionale al proprio reddito, stabiliti rispettivamente dagli articoli 54 del Codice penale e 53 della Costituzione per legittimare il mio rifiuto categorico di continuare a contribuire, attraverso le tasse, alle spese per il mantenimento dei privilegi della classe politica che ci governa, vera protagonista di questa crisi economica aggravata dal Lock Down e dalle aperture a singhiozzo della pandemia. Questa l’apertura della missiva del commerciante .
Con le loro scelte hanno mantenuto uno Stato parassitario, e scaricato le proprie responsabilità verso le categorie più deboli, ci hanno costretto in un momento pandemico a spendere ulteriore denaro per adeguarci ai DPCM per poi in particolare noi piccoli commercianti e artigiani a non poter lavorare, con le limitazioni di orari e pochi incassi.
Tassa dopo tassa, ci hanno portato allo stremo e oltre, spesso inducendoci a pensare seriamente al suicidio. E questa è l’accusa maggiore che faccio ai nostri governanti: induzione al suicidio. In questi anni ho cercato di pagare le bollette, che sono quadruplicate, ho cercato di pagare le tasse comunque quadruplicate, ho cercato di mantenere in vita la mia attività portando al minimo i costi di gestione e riducendo le mie entrate, perché costretto ad abbassare i prezzi (nonostante l’Iva) per mantenere la clientela; nonostante risiedo in una regione come il Molise dove tutte le filiere produttive di un tempo sono saltate.
Di conseguenza ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse: non sono un delinquente, non sono un ladro e non voglio essere un evasore, ma davanti a una politica che continua insensatamente a mantenere privilegi e costi sproporzionati, vergognosi e irrispettosi nei confronti di tutti i lavoratori di questo Paese, inizio questa protesta economica appellandomi ai due sopracitati principi afferma il commerciante: Articolo 54 comma 1 del Codice penale: stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.
Il vertiginoso e incontrollato aumento delle tasse ha prodotto un danno grave e attuale alla mia famiglia mettendo in pericolo soprattutto il futuro dei miei figli e nipoti, conclude il possessore di Partita Iva.