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Marciano Ricci resta ai domiciliari. Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione per l’imprenditore coinvolto nell’inchiesta Terzo Valico per il lotto Vecchie Fornaci

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Terzo Valico, i giudici del Riesame: “Anche le gare ‘informali’ devono rispettare trasparenza e par condicio”

Genova. I funzionari del Cociv nel momento di cui indicono gare d’appalto sono incaricati di pubblico servizio e questo vale anche per le gare che rientrano nell’ambito del 40% delle opere che il General contratto per il Terzo valico poteva affidare senza ricorrere ad una gara ad evidenza comunitaria perché “il delitto di turbata libertà di incanti fa riferimento a qualsivoglia tipo di gara mediante la quale la Pa si determini per la scelta del contraente allo scopo di selezionare la fornitura più vantaggiosa” ” e questo indipendentemente da “quale che sia il nome iuris conferito alla procedura ed anche in assenza di formalità”.

La scrive il Tribunale del riesame che ha respinto la richiesta di scarcerazione dell’imprenditore Marciano Ricci, agli arresti domiciliari dal 26 ottobre nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Genova su appalti e mazzette nella realizzazione del Terzo Valico Ferroviario.

Ricci, mandatario per conto della Europea 92, nell’ambito della gara per la realizzazione della galleria Vecchie Fornaci mediante la formulazione di offerte da parte di diverse imprese concorrenti tra le quali in Cociv avrebbe dovuto scegliere l’offerta più vantaggiosa. Secondo la tesi dei sostituti procuratori Paola Calleri e Francesco Cardona la gara (che effettivamente poi non verrà assegnata all’Europea 92) sarebbe stata turbata dall’offerta di escort ed altri favori in cambio di informazioni da parte dei funzionari Cociv.

Il principio fondamentale che il Riesame fissa, è però un altro: vale a dire che, al contrario di quanto sostenuto dai difensori di Ricci si tratta comunque di una gara, seppur non equiparabile a quelle ad evidenza comunitaria, e che come “non esonera Cociv dal rispetto delle norme del codice degli Appalti, vale a dire i principi di “libera concorrenza, par condicio, trasparenza. Un’analoga tesi era sostenuta anche dagli imprenditori arrestati per la turbativa relativa al lotto per la fornitura di centine della galleria di Cravasco che dopo la pronuncia nel caso Ricci, hanno però rinunciato al ricorso.

“L’amministrazione – scrivono i giudici del Riesame – può pure non essere obbligata a ricorrere alla gara (per esempio se si tratta di opera sotto soglia o se si tratta di caso in cui è consentito l’affidamento diretto) e tuttavia qualora decida di ricorrervi è obbligata al rispetto delle regole della par condicio ed imparzialità”.

Un principio, già accolto dal gip genovese e ora ribadito dal Riesame che sembra segnare la strada sia del futuro processo nei confronti dei funzionari e imprenditori arrestati nell’inchiesta Cociv ma dovrebbe far riflettere sui tanti casi analoghi di affidamenti che anche di recente hanno suscitato perplessità e interrogazioni pubbliche. (Fonte Genova24.it)