“Si parla del reinserimento sociale di nuclei familiari a rischio povertà e di persone in difficoltà economiche, requisiti che purtroppo io ho. All tirar delle somme però mi ritrovo incredibilmente fuori -quale seconda esclusa- dalla graduatoria comunale per l’individuazione di potenziali destinatari dei tirocini per il reinserimento sociale di soggetti in difficoltà tramite la borsa lavoro semestrale di 500 euro mensili. Mi avevano assicurato, a parole, tutt’altro ! Alla resa dei conti invece risulto esclusa, pur avendo due figli minori in affidamento (il terzo vive con parenti in Campania) ed avendo subìto ben sette interventi chirurgici per un tumore all’utero. Certo, ho sbagliato, dall’1 marzo 2012 ho scontato tre anni in carcere, dopodiché ho avuto la pena detentiva domiciliare date le mie condizioni di salute, pena che sto scontando nel mio alloggio di Venafro. Sono vedova, fruisco di un assegno mensile di 289 euro, ma ho due minori da accudire e crescere. Pensavo, e me l’avevano assicurato, di rientrare tra gli aventi diritto al reinserimento sociale attraverso il predetto avviso pubblico, ma devo purtroppo constatare di essere rimasta esclusa. Ho cercato e chiesto spiegazioni ovunque e dappertutto, ma non ho ottenuto alcunché. Ho cercato d’incontrare e parlare con l’assessore alle politiche sociali del Comune di Venafro, ma ogni mio tentativo è risultato vano. Io, con tutti i miei problemi, sto fuori da siffatto reinserimento sociale della durata semestrale, di cui invece fruiscono in 83 a Venafro oltre a 3 extracomunitari. Torno a chiedere che qualcuno mi spieghi … !”. Così, duramente e senza mezzi termini, Lucia De Felice, una vita a dir poco difficile e che continua a vedersela con problemi di non poco conto. La donna, si ricorda, anni addietro coi risparmi del proprio lavoro in carcere fece realizzare la statua della Madonna, benedetta dal Parroco don Salvatore Rinaldi di Venafro e portata in processione per le strade cittadine prima della sua collocazione nella chiesa di San Sebastiano nel rione Porta Nova.

Tonino Atella