L’irresponsabilità politica di una nuova legge elettorale arrivata tardi e il protrarsi dei tempi causati dall’instabilità delle coalizioni, occupate a spartirsi candidature e nomine, sta tenendo appesi il consiglio regionale per la data di approvazione del Bilancio regionale e soprattutto i cittadini che, caso unico in Italia, ancora non sanno quando saranno chiamati al voto.
Il giorno del varo della legge elettorale, il MoVimento 5 Stelle Molise ha chiesto di rinviare la discussione alla prossima legislatura, denunciando l’inopportunità di approvare una legge a fine mandato: un atto di irresponsabilità politica e di scorrettezza istituzionale.
Ora Frattura si sveglia e, nonostante il suo auspicio di votare il 4 marzo, parla di problemi tecnici e ritardi che fanno solo altro male al Molise e ai molisani. Basti pensare ai circa due milioni di euro in più che costerebbe il voto di aprile rispetto a quello di marzo, in concomitanza con le elezioni nazionali, o ai due stipendi mensili da diecimila euro l’uno che prenderebbero tutti i consiglieri regionali (eccetto i portavoce M5S Patrizia Manzo e Antonio Federico).
E pensare che sempre nella seduta sulla legge elettorale, il governatore aveva chiesto addirittura il rinvio della discussione di un’altra settimana! Per fare cosa? Per creare ritardi ancora maggiori? Quindi delle due l’una: o Frattura era consapevole di questi ritardi e ha ‘giocato’ al varo della nuova legge elettorale per spostare in avanti la data del voto per conti e tornaconti politico elettorali oppure il governatore non aveva intuito la possibilità di questi ritardi a conferma di incapacità politica e amministrativa.
Non solo. Frattura adesso vuole scaricare la responsabilità della decisione sul Consiglio regionale: l’ennesimo trucco, magari, per dilatare ulteriormente i tempi della decisione, dato che l’indizione delle elezioni è prerogativa del governatore come specificato nella legge elettorale regionale.
In verità centrodestra e centrosinistra stanno prendendo tempo perché non trovano la quadra su alleanze, candidati, riposizionamenti e poltrone, ma come sono soliti fare, all’esterno dicono il contrario.
Ciò a cui assistiamo è umiliante. La speranza è che il Molise vada al voto il più presto possibile. Il caos registrato a fine legislatura, riflesso di quello che è stato per cinque anni, non può che indicare un’unica via: sbarazzarsi di una classe politica che continua a pensare ai fatti propri.