Ci Siamo goduti la festa per un solo giorno, quello della inaugurazione del nuovo treno Swing. Si, ce la siamo goduta perché è una piccola, parziale vittoria dei cittadini che rappresentiamo e risultato, sia anche modesto, di una presenza costante, vigile, appassionata con le denunzie, le proposte di progetto e di contesto attuale fatte alla vecchia e alla nuova Giunta regionale in confronto continuo, al Consiglio regionale in seduta dedicata, con il vice ministro Nencini in visita istituzionale per le associazioni e quindi per ascoltare i cittadini.

Avevamo previsto che sarebbe durata poco perché restano irrisolti i problemi che condizionano la gestione della situazione, qui ed oggi. Così i disservizi pare stiano diventando quotidiani dopo la firma del nuovo contratto di servizio e il ripiano del copioso debito della Regine grazie al solidale finanziamento del Governo centrale, fatti che avrebbero segnato una svolta con una nuova attenzione al sistema ferroviario molisano come aveva lasciato intendere l’ottimo Direttore regionale di Trenitalia.

Si direbbe che l’azienda è proprio sfortunata. Il Direttore è ottimo dirigente che si ripromette, oggi come ieri, di fare il massimo che è nelle sue disponibilità, ma il fatto è che egli è il direttore di Trenitalia Campania e Molise, che è gravato dai problemi della Campania, non più gravi dei nostri, ma che sono di un territorio di maggior peso specifico rispetto al piccolo Molise. Per questo chiediamo il Compartimento del Molise o almeno un direttore del Molise. Se ci fosse stato forse non sarebbe stato possibile imporre al treno Napoli Campobasso di partire già con 15 minuti di ritardo per effettuare il servizio sostitutivo di un altro treno soppresso e la sostituzione avrebbero dovuto farla, come di regola, con apposito treno o bus sostitutivo.

Poi il treno da Napoli ha accumulato altri impedimenti e guasti progressivi fino al blocco totale. E qui viene l’altro punto. Nel commento all’inaugurazione abbiamo dello swing, abbiamo ricordato di aver voluto fortemente, come vogliamo, il rinnovo totale del parco rotabile, ma ci vorranno un bel po’di anni e dovremo arrangiarci con le vecchie motrici che non sono affatto male; nonostante i sessanta anni di età funzionano tutto sommato ancora bene, se vanno in panne è per scarsità o assenza di manutenzione.

Le nostre vecchie motrici se la cavano ancora bene nonostante per la manutenzione devono essere organizzate in convogli per essere portate alle officine di Benevento , considerate parenti povere, dove ricevono scarse cure, spesso per esigenze di servizio senza nessuna cura; così vanno in affanno e si guastano mentre continuano a svolgere un onorato indispensabile servizio.

Continuiamo a considerare l’avventuroso viaggio del Napoli – Campobasso per capire i problemi. Il nostro treno si guasta alla fine ma prima viene fermato per lasciar passare un altro treno. Se vi fosse stato il DCO (Direzione Operativa Centrale) in Molise, come nel passato, lo scambio non sarebbe dovuto avvenire in stazioni predefinite e limitate perché i sistemi di scambi in diverse stazioni sono stati smantellati e i nostri treni non accumulerebbero ritardi sempre e spesso stratosferici.

Quindi, dovendo usufruire ancora per molti anni di un trasporto ferroviario fondato sulle vecchie ed oneste motrici, non vi sembra di estrema attualità il Comparto ferroviario del Molise, il Direttore del solo Molise, il ritorno del DCO nel Molise, l’officina o il punto di manutenzione a Campobasso?

Certo lo diciamo da tanto, ma i fatti sul funzionamento del sistema ferroviario in Molise non ci pare proprio che ci smentiscano. Allora poniamo con dignità e con forza questi obiettivi, ora che siamo usciti dallo stato di soggezione per il debito, smettiamola di pensare sempre che come molisani chiediamo troppo perché a noi non ci pare così per nulla.

Smettiamola di incavolarci inutilmente quando ci dicono che siamo piccoli e non facciamoci piccoli, siamo cittadini con eguali diritti degli altri, facciamoli valere. Siamo fieri della nostra autonomia che è un valore di principio ma che va affermata nel concreto, nei fatti come per il trasporto ferroviario.