Ho letto sulla stampa locale alcune dichiarazioni attribuite al Movimento Cinque Stelle regionale sui costi e sui tempi di realizzazione del “Piano Strategico regionale per lo Sviluppo di Turismo e Cultura”. Posto che non mi appartiene la polemica come strumento politico, ritengo doverose alcune precisazioni.

Perché affidare la redazione del Piano Strategico a Sviluppo Italia? Perché il Piano costituisce un atto di programmazione e come tale rientra di diritto nelle competenze della società Sviluppo Italia Molise in quanto società in house delegata appunto ad attività afferenti la programmazione.

Quanto ai costi, credo che prima di sparare a zero, sia opportuno oltre che doveroso leggere gli atti nella loro complessità e non solo il sommario. Se si va a pag. 49 del Progetto esecutivo approvato dalla Giunta regionale con la DGR n. 606 si vedrà che la redazione del “Piano Strategico di Sviluppo” prevede un costo di € 185.000. A ciò si aggiungono  i costi per la strategia di comunicazione e la gestione dei tavoli tematici deputati alla condivisione del “Piano” con operatori e stakeholders; i costi per la creazione e la gestione di un portale web con annessa piattaforma necessaria per la gestione di proposte da parte anche di semplici cittadini che vorranno partecipare alla stesura del piano con idee o contributi; i costi per la elaborazione e gestione di un modello di governance per la guida della strategia nel tempo; e, infine, i costi di monitoraggio.

A ciò si aggiunga l’IVA al 22% ed alcuni costi indiretti che un qualsiasi budget previsionale deve prevedere ed ecco raggiungere la somma di € 1.304.000,00. Dunque, a questo importo si arriva sommando una serie di attività e non solo la redazione del Piano. D’altronde, chiunque potrà verificare, visitando i siti istituzionali di altre regioni italiane, che tali misure sono tipiche della gestione dei piani strategici e tutte necessarie.

Ed ecco svelato anche il perché il progetto esecutivo approvato dalla Giunta regionale si svolge per 30 mesi: i primi sei (fino a maggio/giugno) saranno dedicati all’elaborazione del Piano (come annunciato a Termoli il 27 novembre scorso) mentre nei due anni successivi sarà implementata la comunicazione attraverso campagne di promozione a livello nazionale ed internazionale (si veda, ad esempio, la campagna tutt’ora in corso di Puglia 365), sarà attivata la gestione del modello di Governance e sarà effettuato il monitoraggio delle misure adottate affinché se ne accerti la congruità, l’efficacia e la rispondenza al Piano.

Non mi sembra che siano stati fatti né sprechi né regali a qualcuno, semplicemente si è adottato un modello in linea con le metodologie di spesa dei fondi comunitari utilizzati (FSC) e con le buone prassi amministrative già attivate da altre regioni.

A margine dei chiarimenti appena svolti, vorrei però lasciare una notazione politica. Il Molise ha bisogno di una scossa, ha bisogno di un’iniezione di fiducia: la gente deve ritrovare rispetto per le istituzioni e per gli uomini e le donne che le rappresentano. Troppo facile alimentare il coro dei populisti che parlano alla pancia degli scontenti, dei disoccupati, di quanti oggi vivono serie condizioni di disagio. Il fatto è che per ogni disoccupato che chiede alla Regione un sussidio ce ne sono due che aprono una piccola azienda o un’attività commerciale e provano a mettersi in gioco; per dieci ragazzi che vanno via (magari perché attirati da modelli di vita metropolitani  e/o prospettive di lavoro) ce ne sono cento che aiutano i genitori a risollevare le aziende di famiglia o partecipano ai bandi regionali per la costituzione di nuove imprese manifatturiere o turistico-ricettive. Alla politica, oggi più che mai, occorre una forte capacità di sintesi, ma sopra ogni cosa una profonda conoscenza dei problemi.

Ecco perché, se il Movimento 5S intende per i prossimi quattro anni proseguire sulla strada della delegittimazione della classe dirigente di questa regione, allora troverà in me un interlocutore fermo e poco incline al dialogo. Se invece (come, a dire il vero, mi era parso di capire dalle dichiarazioni in Consiglio regionale rese dagli stessi Consiglieri che poi hanno sottoscritto la nota stampa in commento) si vuole percorrere il cammino della condivisione e del confronto, allora troverà in me un interlocutore leale e disponibile. Certo, quello della condivisione è un cammino difficile, insidioso, poiché richiede impegno e riduce lo spazio per le facili polemiche. Ma questo cammino è l’unico che potrà consentire al Molise di ritrovare la strada di uno sviluppo sostenibile e diffuso.

 

 

Vincenzo Cotugno

Assessore regionale al Turismo