SS Rosario di Venafro di fatto smantellato o meglio svuotato praticamente di tutto (gli restano appena lungodegenza, una sorta di servizio infermieristico, riabilitazione e punto di primo soccorso -ex Pronto Soccorso-, un qualcosa quest’ultimo di assolutamente indefinibile e, se è lecito dirlo …, del tutto inutile !).

Ergo l’intera area del Venafrano -parliamo di ventimila persone ed oltre- costretta a ricorrere al Veneziale di Isernia, oggi però intasatissimo ed oberato di tanto e di tutti, al punto tale che più di qualche servizio del nosocomio pentro fa cilecca o presenta pecche, sempre che ci siano consentite anche queste ultime affermazioni senza che nessuno si offenda. Anche perché è l’esatta realtà, come da testimonianza di un malcapitato venafrano che di seguito riportiamo integralmente. “Nel tardi pomeriggio di mercoledì scorso -attacca il testimone- una mia familiare è caduta dalla bici nel centro di Venafro, riportando ammaccature, contusioni e conseguenti dolori ossei e muscolari. Immediatamente intervenuti 118 e CC., non essendoci più nulla al SS Rosario di Venafro se ne dispose il trasferimento in autoambulanza al Veneziale di Isernia per i dovuti esami radiografici al fine di accertare eventuali fratture ed intervenire.

L’autoambulanza, con tanto di autista, medico e paramedici, arrivò al Pronto Soccorso isernino alle h 20,04 secondo testimonianza degli stessi sanitari pentri, ma sino alle h 22,10 (!), ossia due ore dopo, non fu possibile eseguire alcuna radiografia ! Perché mai, vi chiederete ? Per il fatto che l’addetto alle radiografie, seppure reperibile, non arrivò in ospedale prima di due ore ! Dove stava ? Boh ! Perché tanto tempo per arrivare ? Boh ! Lo contattarono subito telefonicamente ? Boh ! Al riguardo si tentarono da parte degli stessi lavoratori del Pronto Soccorso del Veneziale di avanzare varie scusanti di comodo alle domande di chi chiedeva il motivo di tanto ritardo per una radiografia, ma resta la sconsolante e preoccupante constatazione dei grossissimi rischi e pericoli che corriamo noi tutti dell’area venafrana dopo lo smantellamento del SS Rosario.

Per una comune e semplice radiografia trasferiti in autoambulanza al Veneziale con costi ovviamente lievitati, senza di contro avere la certezza dell’assistenza e della tempestività dovute. Infatti chiedo : se alla mia familiare fosse partito un embolo, se cioè ci fossero state complicanze tali da richiedere il massimo della tempestività, oggi che staremmo a scrivere ? Perciò la doverosa e forte conclusione rivolta al governo della nostra regione, perché la passi eventualmente a chi di dovere a livello politico nazionale : come si pensa di provvedere alla salute dei ventimila e passa del Venafrano, dopo aver di fatto smantellato il SS Rosario, senza creare nel Veneziale d’Isernia un’alternativa vera ed affidabile e senza risparmiare un solo centesimo di euro ?”.

Tonino Atella