Anche nella nostra regione 16.500 occupati non regolari

di Erika Angelone

Che il Sud-Italia fosse famoso per il lavoro nero era cosa assai nota ai più, ma che la nostra regione risultasse tra le 5 peggiori d’Italia (dopo Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) lascia un pochino allarmati. Questo è quanto emerge dai dati della CGIA di Mestre dove risulta che, in Molise, ci siano 16.500 lavoratori irregolari, con un tasso di irregolarità pari al 15,2%. La statistica fa riferimento all’anno 2019, ma risulta aver avuto un’impennata in questi ultimi 2 anni, causa Pandemia! Questo fenomeno riguarda non solo il settore dell’agricoltura, bensì anche quello dei lavori domestici, di manutenzione e riparazione o servizio alla persona all’interno di abitazioni. Queste sarebbero persone autonome che non dipendono da nessuna organizzazione malavitosa o sfruttatori, bensì, la maggior parte di loro non sarebbero persone disoccupate che provano ad arrangiarsi, ma occupati che vanno ad arrotondare lo stipendio alla fine del mese.

Diversa e conosciuta già la questione relativa al settore agricolo. Difatti, già da qualche tempo, anche il Molise, sta subendo il cosidetto fenomeno di “Capolarato”, soprattutto sul territorio della costa, con sfruttamento di lavoratori di nazionalità estera privi di regolare contratto.

Questo “Esercito di lavoratori invisibili” provoca un duplice danno alla nostra economia regionale: non solo all’erario, ma evidenziano una concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori regolari come parrucchieri, estetiste, idraulici, imprese edili, elettricisti, case di riposo per anziani ecc ecc…e di tutto l’indotto economico molisano in generale.