Tommaso Masci, in pensione dopo 40 anni come primo portiere all’Hotel Excelsior di Roma confida i suoi ricordi a Giorgio Dell’Arti su Cinquantamila.it:: «L’attrice Kim Novak riceveva nuda in camera sua gli inservienti. Humphrey Bogart rientrava ubriaco e io dovevo accompagnarlo in camera. Quando Liz Taylor e Richard Burton litigavano, e litigavano quasi sempre, si tiravano addosso piatti e lampade».

L’Hotel Excelsior di Roma

In questi ricordi della Dolce Vita di chi l’ha vissuta intensamente, anche se per lavoro, come il Sign. Tommaso Masci, non avrebbe mai immaginato che verso la fine del 2020 avrebbe dovuto affrontare una delle sfide più dure della sua vita, quella contro il Covid.

Non avrebbe potuto nemmeno lontanamente prevedere di superare anche questa sfida, proprio a Isernia nel piccolo Molise, dove è stato curato nella riabilitazione in maniera eccellente presso la Gea Medica di Isernia.

 

Il Sign. Tommaso è un personaggio che ha vissuto quegli anni mirabili di un’Italia del dopoguerra ricca e dal futuro radioso, il quale può vantare di aver messo al suo posto Vittorio Gassman, facendo finta di non conoscerlo per contenere un atteggiamento particolarmente borioso dell’attore, e di essere perfino diventato amico e confidente della star degli anni 50  Danny Kaye.

 

Insomma, un personaggio storico della Roma bene che ha avuto a che fare con star del cinema e personaggi importanti del panorama nazionale e mondiale della politica, ai magnati dell’industria.

Nei suoi ricordi una mirabile presentazione pubblicata da

Nicolò de Rienzo Editore.

<<Sono Tommaso Masci, concierge dell’Hotel Excelsior di Roma, e risolvo problemi… È impensabile cosa possa accadere in un albergo del genere. E un buon portiere è la persona che sta dietro a questi eventi. Per lui non esiste la parola impossibile. Deve essere pronto risolvere a qualunque problema. Deve sempre essere disponibile e se il cliente non viene verso di te, sei tu che devi andare verso il cliente. Devi essere in grado di dispo

rre sempre di tutto il tuo savoir faire. Anche perché a volte (non così raramente) ci si trova davanti a situazioni che uno non si aspetta. Rimasi colpito da Rock Hudson. Era al banco e stavo per dargli le chiavi. La moglie diceva: «Andiamo al caffè Doney» e lui: «No, andiamo in stanza» e lei «No, da Doney» e lui «No, in stanza», fino a che perse la pazienza e le mollò un cazzotto al mento . Lei stava per cadere, ma lui la prese e la portò su. Pensai «Che uomo rude». Li avevano fatti sposare per lanciare Il gigante, il film in cui c’era anche James Dean. Era tutto combinato dalla casa produttrice. Ma lui, diceva la Lollobrigida che ci aveva fatto un film, era un bambino che aveva bisogno di essere coccolato. Spesso dovevamo fronteggiare situazioni in cui qualcuno voleva andare in camera di qualcun altro o qualcuno cercava qualcun altro che era in camera con uno con cui non doveva essere. Una volta il marito di Shelley Winters, quella che ha vinto due premi Oscar, arrivò in albergo chiedendo della moglie. Io avevo un forte sospetto che lei fosse con l’amante (ma all’epoca si diceva amico). Io prontamente gli rispondo: «L’ho vista uscire, credo sia da Doney, il bar di fianco all’Excelsior», poi chiamo gli interni e le dico che il marito la sta cercando. Nel frattempo lui torna e si lamenta di non averla trovata, e io impassibile: «Allora mi sono sbagliato, proviamo a vedere se è in stanza». Non siamo lì per giudicare ma per tutelare il cliente >>.

Dopo questa breve descrizione del vissuto del personag

 

gio Tommaso Masci, torniamo ai giorni nostri, a quella sfida rivelatasi ardua, ma fortunatamente non fatale per il Sign. Tommaso il quale è uscito con le proprie gambe dalla Gea Medica di Isernia, contento di aver superato anche questa fase cruciale della sua vita.

Emblematica e da annoverare tra le manifestazioni significative della buona sanità regionale del Molise,  è la lettera che la figlia del Sign. Tommaso, Maria Patrizia Masci, ha indirizzato al personale dell’Istituto di Riabilitazione Mediterraneo di Isernia che pubblichiamo di seguito integralmente.

 

<<Cari e gentili Sig.ri della Gea Medica,

ora che la tempesta è passata e a distanza di un mese e mezzo dalle dimissioni di mio padre Tommaso Masci dalla Vostra struttura, dove è arrivato in condizioni veramente precarie, ho deciso di mettermi davanti ad un foglio per scriverVi, a nome mio, di mia madre e delle mie sorelle, due righe di profondo riconoscimento.

Ringrazio di cuore la Gea Medica tutta, i medici, e tutto il personale infermieristico e personale Os, la direzione sanitaria e amministrativa per aver assistito, curato e guarito il fisico debilitato dall’età, dall’isolamento sociale imposto dalla pandemia, e dall’intervento subito ma soprattutto l’animo e la mente profondamente impauriti di mio padre.

E’ il “grazie” di una figlia, profondamente riservata, ma che oggi sente di sbandierare la propria gioia ed imprimere a parole la propria gratitudine a Carla, chiamata da tutti “zia Carla”, ad Enzo, Antonella e Paola Di Luozzo, al Dott. Gugliotti ed al Dott. Consilvio, ad Angelo, ed ovviamente a tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia, proprio per non dimenticare e per rendere testimonianza, perché ho la piena consapevolezza di aver ricevuto in quei tre mesi una cura ed una assistenza che, io e la mia famiglia, non avremmo mai potuto dare.

Ci avete dato speranza, supporto, fede e fiducia; avete accarezzato e confortato da vicino mio padre, al posto nostro.

Dopo lunghi e terribili giorni di paura, incerti e critici, sono seguiti giorni più sereni nel sentire mio padre contento ed in buone mani. La Vostra empatia ed attenzione, speciali risorse gratuite che provengono esclusivamente dal profondo dell’animo umano, sono state un’efficace cura coadiuvante della cura medica, merito della professionalità e dell’impegno profuso da persone serie, capaci e competenti. Con profonda riconoscenza e gratitudine>>.